lunedì 17 settembre 2018

Motivational Growth


Titolo: Motivational Growth
Regia: Don Thacker
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Ian Folivor, un depresso e solitario trentenne, si ritrova a prendere consigli da una muffa che cresce nel suo bagno dopo un fallito tentativo di suicidio. La muffa, un morbido fungo parlante nato della sporcizia raccolta in un angolo del bagno trascurato, lavora per conquistare la fiducia di Ian aiutandolo a ripulirsi e a rimodellare il suo stile di vita. Con l'aiuto della muffa, Ian attira l'attenzione di una vicina di casa, Leah, e riesce a trovare un po' di felicità nonostante le sue condizioni innaturali. Improvvisamente, però, comincia a ricevere strani messaggi dal suo vecchio e rotto televisore, il quale mette in discussione la buona fede della muffa. Ha così inizio una battaglia epica tra il bene e il male di cui Ian è solo parzialmente a conoscenza.

Un protagonista molto brutto, squallido, brufoloso e mezzo chiatto che vive rinchiuso in casa, non esce da molti mesi, compra il cibo on line facendoselo portare a casa senza ricordare l'identità del fattorino e facendo sempre la stessa lista della spesa e passando tutto il giorno di fronte al tubo catodico (perchè il plasma non sa nemmeno cosa sia). Poi c'è la deliranza piena dove Ian (o forse Jack) parla e ubbidisce ai consigli della muffa parlante che fa capolino dal bagno mentre il nostro protagonista cerca di suicidarsi. Una muffa senziente che vorrebbe fornirgli cibo attraverso spore e funghi che a sua volta Ian (o forse Jack) rigetta per nutrire la muffa stessa, e gli disgrega lentamente ogni tassello del reale, uccidendo a seconda di chi si trova davanti sciogliendo proprio con gli stessi liquami.
Questi e tanti altri sono gli elementi di questo film molto bizzarro e contro corrente di Thacker che sembra un film per coplottisti dove scegliere di chi fidarsi se il Dio dal tubo catodico o la muffa parlante che genera delle escrescenze che se le mangi raggiungi il Nirvana.
Un film indie, assurdo e delirante dove la narrazione fa letteralmente quello che vuole con flash back e flash forward continui, mischiando le realtà come quando Ian (o forse Jack) entra nei canali televisivi e si confronta con i personaggi degli show, e nel modo più disparato, dove il protagonista è un nerd che non si vedeva da tempo e dove anche qui le trovate sono un continuum e tante parecchio suggestive (dal tema della crescita, l'adattamento con il mondo, l'agorafobia) per come vengono tratteggiate in maniera assolutamente anarchico e imprevisto.
Un film che finisce per immergersi nell'horror e soprattutto nello splatter dove tutto sembra e vuole essere assurdo trovando però una certa coerenza anche se qualche salto temporale deve essere sfuggito al regista.
Cinema per pochi, di genere, eccessivo ma sicuramente con la A maiuscola che tiene il suo protagonista per quasi due ore sempre nello stesso salone, le scene in esterno sono due o tre al massimo rimanendo appena fuori dalla porta, più precisamente sullo zerbino, e condendo le atmosfere con musiche 8 bit e sequenze animate stile vecchi videogiochi e dialoghi in forma teatrale.

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