Titolo: Journey to the west – Demon
strike
Regia: Tsui Hark
Anno: 2017
Paese: Cina
Giudizio: 3/5
Tang Monk porta tre discepoli in un
viaggio verso l'Occidente. All'apparenza, tutto sembra armonioso,
tuttavia la tensione è presente sotto la superficie, ed i loro cuori
e le loro menti non sono d'accordo. Dopo una serie di eventi
demoniaci, il monaco e i suoi discepoli guadagnano una fiducia
reciproca. Infine, risolvono i loro conflitti interiori lavorando
insieme per diventare un team in grado di esorcizzare i demoni.
Di fatto la saga di MONKEY KING o
League
of God o il primo episodio
sempre di JOURNEY TO THE WEST, sono tutti esempi di come le grandi
produzioni cinesi pur giocando quasi sempre sulla mitologia o il
folklore popolare sfruttino appieno la c.g (esasperandola il più
delle volte) per creare questi kolossal che a tutti gli effetti
sembrano dei blockbuster americani.
Il risultato o meglio i risultati come
in questo caso sono piuttosto spiazzanti, nel senso che lo spettatore
passa due ore d'intrattenimento con dialoghi spesso ironici, gag
abbastanza elementari, i valori e le virtù che sono spesso le
tematiche principali e molti combattimenti che mischiano il wuxia
esagerandolo e portandolo ad una sorta di scontro tra divinità molto
pirotecnico ed epico.
Un'esaltante spettacolo, un film
coloratissimo, un'altra opera visionaria che qui è tutta sulle
spalle in cabina di regia del maestro Tsui Hark supportato nella
produzione e nella sceneggiatura da Stephen Chow. Un film che in
alcuni punti si prende anche delle soddisfazioni come nella scena in
cui uno dei tre discepoli, maiale, nonostante finisca tra le grinfie
della donna ragno cerca lo stesso di portarsela a letto nonostante
l'aspetto ripugnante oppure le umiliazioni e le pene a cui la scimmia
deve soccombere a causa del suo monaco.
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