Titolo: Hereditary- Le radici del male
Regia: Ari Aster
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Ellen Graham muore insieme ai suoi
misteri. Mentre la figlia Anne elabora il lutto di una complicata
figura materna, nella casa dei Graham avvengono strani episodi, che
sembrano presagire un epilogo tragico. Basta un movimento di
macchina, lento e avvolgente, tra i sinistri diorami assemblati dalla
protagonista Anne Graham per far capire a cosa andremo incontro
con Hereditary. A un dramma angosciante sui traumi di una
famiglia di rara disfunzionalità e insieme a un ambizioso debutto,
che guarda ai maestri del passato per generare nuovi shock.
L'horror di cui tutti parlano.
Hereditary poteva davvero giocarsela
molto bene se avesse mantenuto la promessa iniziale ovvero quella di
valorizzare il thriller psicologico aggiungendo connotazioni horror.
Invece dopo un primo atto, più o meno
dalla morte di una delle protagoniste, il film diventa un pasticcio
con sedute spiritiche (davvero ridicole), possessioni e poi quel
"colpo di scena" religioso finale che lascia davvero
perplessi quando tocca i re dell'inferno per quanto il connubio
religione-esoterismo mi piaccia molto nel cinema ma qui non siamo ai
livelli di Kill
List.
Peccato perchè la regia assieme agli
attori sono la cosa meglio riuscita della pellicola.
Un reparto tecnico impressionante dove
la fotografia, il sound designer, il montaggio e alcune riprese di
camera senza contare delle inquadrature suggestive e funzionali, sono
davvero potenti e studiate con molta attenzione.
Eppure sono proprio i jump scared a
rovinare l'atmosfera e il pathos di un film che sulla carta poteva
davvero promettere di più quando invece tenta di mischiare troppi
elementi dell'horror in modo disordinato e palesemente esagerato dove
anche la c.g ad un tratto perde la sua efficacia.
Un'ultima cosa. Ari Aster mostra
davvero un talento che spero non vada sprecato, cogliendo molte
sfumature e aspetti in disuso nell'horror. Tuttavia non è Lynch e i
marcati riferimenti al suo cinema da un lato sono stati apprezzati
mentre dall'alto alcune citazioni come quella forse un po troppo
chiara e diretta di VELLUTO BLU direi che andava malleata un po di
più. E poi c'è tanto Polanski e Shyamalan..
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