Titolo: Malarazza
Regia: Giovanni Virgilio
Anno: 2017
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Tommaso Caruso è un pregiudicato
figlio di Tonino detto Malarazza, potente boss del quartiere. Tommaso
ha ereditato il soprannome del padre ma non si è rivelato
all'altezza della sua fama criminale, e ora passa il tempo a
ubriacarsi e a giocare a carte, scaricando la propria frustrazione e
brama di potere sulla moglie Rosaria e sul figlio, che porta il nome
del celebre nonno. Quando Rosaria non riesce più a sopportare le
botte e gli insulti del marito e scappa di casa insieme al figlio,
Tommaso chiede alla comunità criminale di ostracizzare la donna e di
punire il fratello di lei, Franco, transessuale dedito alla
prostituzione. Si innesca così una spirale di violenza che non può
avere altro che conseguenze tragiche.
Come dicevo in un'altra recensione, c'è
tanto cinema italiano di buona fattura uscito negli ultimi anni. Il
fatto che la maggior parte del pubblico non lo conosca e un problema
distributivo, nel senso che è troppo rischioso proiettarli nei
cinema con la paura che non incassino.
Quindi le alternative sono i festival
oppure aspettare che escano in dvd oppure lo streaming.
Malarazza affronta di nuovo, come tanti
giovani registi soprattutto esordienti cercano di fare, il tema delle
aree urbane degradate del Sud completamente abbandonate a se stesse
dallo Stato e dalla legge, zone franche in cui lo spaccio avviene
alla luce del sole e la gente è stanca di "aspettare che ci
salvi qualcuno".
Tematica di fuoco, dove le vicende e i
personaggi sono fondamentali per la riuscita del film.
Uno schema corale dove di fatto ognuno
segue la sua strada come ci è capitato di recente di vedere in
diversi film che trattano tematiche legate alla criminalità
organizzata (le serie su tutte proprio per delineare questo tratto
peculiare dei personaggi) dove il senso della comunità civile
funziona solo per certi aspetti e bisogni e dove prevale di fatto
l'omertà di stampo mafioso.
"Malarazza" vuol dire tante
cose tra cui il destino disgraziato di molti giovani del sud che
hanno ben poche alternative al crimine dal quale sono circondati.
Alla sua terza opera Virgilio cerca di
portare il suo film più maturo, sicuramente migliore rispetto ai
precedenti e con una visione più ampia dei temi e della gestione dei
personaggi.
Ennesimo indie che da sicuramente
coraggio al regista nell'affrontare le miserie della sua città senza
glorificarne i criminali.
Una visione e una politica di cinema da
tenere d'occhio
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