Titolo: A butcher's hearth
Regia: Marijn Frank
Anno: 2017
Paese: Olanda
Festival: Cinemabiente 21°
Giudizio: 3/5
Per tradizione famigliare il tredicenne
Wessel sta imparando il mestiere di macellaio dal nonno. Sullo sfondo
di una vita agreste, il ragazzo però si interroga sul presente e sul
suo destino, pensando che forse preferirebbe lavorare con animali
vivi.
Interessante questo piccolo scorcio sui
dubbi che un ragazzino in un contesto carnivoro ben preciso, decide
di elaborare forse perchè stanco di una pratica così metodica e che
non sembra avere mai fine. Dal padre severo al nonno che sceglie di
spiegare al nipote i segreti su come disossare i conigli, tagliare
punti ben precisi per togliere la pelle di alcuni animali e così
dicendo, fino all'orario di chiusura dove Wessel insieme al suo
gruppo di amici monta in sella ai propri motorini e per finire si
concede wurstel cucinati nella friggitrice della loro casettina in
legno.
Il regista ci mostra una parte di
Olanda che come per alcune zone della Germania non può fare a meno
di spezzare questo circuito legato all'allevamento intensivo e la
mattanza quotidiana di centinaia di animali.
Sembra quella condizione che debba
essere per forza di cose accettate perchè inserita in un contesto
culturale di appartenenza.
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