Titolo: Lure
Regia: Agnieszka Smoczynska
Anno: 2015
Paese: Polonia
Giudizio: 4/5
Polonia anni ’80. Spinte dalla
curiosità di scoprire le meraviglie della vita sulla terra, Srebrna
e Zwota, due sirene carnivore, si mischiano agli esseri umani
trovando lavoro in un nightclub. Assunte nel locale per la loro
bellezza e per le loro incantevoli doti canore, le due creature si
ciberanno degli esseri umani, vittime del loro fascino. L’amore
però si insinuerà nel cuore di una delle sirene creando problemi
fra le due.
Finalmente anche le sirene tornano in
voga nel migliore dei modi. La tradizione e il folklore che avevano
dato vita al celebre racconto di Andersen qui sembrano di nuovo
approcciarsi all'idea di partenza, attingendo da questo nuovo aspetto
del folklore scandinavo, per raccontare tutt'altro, riuscendo a dare
atmosfera a questa fiaba dark davvero bizzarra che unisce teatralità
e umorismo in un modo talvolta sarcastico e a volte enigmatico e
quasi da b-movie.
Cinema d'autore a tutto tondo come
poche sanno fare in questi ultimi anni sono diverse le registe ad
aver contribuito a rendere multiforme il cinema di genere come
Evolution
della Hadzihalilovic e Raw
di Ducournau.
Due film straordinari che ora con
questo film scritto da Robert Bolesto, e che sembra strano che arrivi
dalla Polonia, invece danno l'idea di quanto sia importante scoprire
questi paesi e le interessanti opere indipendenti di alcuni registi e
sempre per rimanere in Polonia bisogna ricordare l'ottimo Demon
del mancato Wrona.
The Lure è sporco, mostra due bellezze
inusuali, un corpo e una coda che non hanno niente della Sirenetta e
sguardi famelici per due sorelle che cercano di capire come
funzionano gli esseri umani e diventando freaks di turno e concubine
ideali per la loro grande madre nel nightclub.
Un film girato in modo assurdo, con
continui cambi di regia, una fotografia coloratissima e un sacco di
intuizioni originali contando che il film spesso ricorre ad una sorta
di musical atipico e grottesco con tante stranezze cinematografiche e
come è stato definito da qualche critico trattasi di cinema
predatorio contando che ha un timbro molto poco commerciale ed è
adatto ad un pubblico di nicchia. Splendida inoltre l'enigmatica
colonna sonora e i brani che sanno dare risalto e spessore.
Un film bellissimo che dimostra cosa si
vuol fare a tutti i costi senza pensare all'aspetto commerciale ma
disegnando una storia nuova con queste due sorelle della mitologia e
del folklore che mancavano nel cinema in modo intenso come questo che
sicuramente diventa il più importante film di genere sul tema delle
sirene finora contando anche l'interessante opera ma minore sempre
sullo stesso tema ovvero il Siren
di Bishop americano del 2016.
Un film magnifico Lure dove però dal
secondo atto la trama si perde leggermente lasciando spazio a guizzi
di regia e ad una galleria di scene molto belle ma in alcuni momenti
slegato narrativamente, riuscendo comunque a regalare un sacco di
elementi nuovi e preziosi su queste creature a differenza del film di
Bishop caratterizzandole molto di più e uscendosene con alcune
particolarità che riportano e descrivono alcune caratteristiche di
questi esseri mitologici e magici e della loro adattabilità alle
regole e ai codici della nostra società.
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