Titolo: Baby Driver
Regia: Edgar Wright
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Baby, così viene chiamato, è un
giovane che alla guida di un'auto è in grado di compiere le più
spericolate evoluzioni. Questa sua abilità viene sfruttata da Doc,
un criminale dall'aspetto borghese, con il quale ha un conto aperto
che deve saldare. Baby deve anche occuparsi dell'anziano invalido che
lo ha fatto crescere e si sta innamorando della cameriera di un fast
food. Ciò che ora vorrebbe poter fare è staccarsi dal ciclo
continuo di rapine che Doc orchestra
Baby Driver è un parente schizzato di
tanti film abbastanza belli visti di recente. E'un ibrido che chiama
in causa Refn e altri registi della nuova Hollywood per creare un
thriller teso, ironico e abbastanza avvincente. A tenerlo su
nonostante una sceneggiatura non proprio brillante è il peso degli
attori che giocano bene i loro ruoli e delle musiche che giocano una
parte decisamente importante soprattutto quando scopriamo il perchè
Baby ha sempre le cuffie alle orecchie.
Ma diciamolo subito. Il merito più
grosso è di Wright che dopo la trilogia che ha fatto divertire tutti
i patiti del cinema di genere, pur abbandonando per un attimo il suo
attore feticcio Simon Pegg, trova le coordinate giuste e il mood
funzionale per far decollare il film verso qualcosa che riesce
soprattutto dopo la seconda parte, a risultare meno banale del solito
con dei colpi di scena e un climax tutto sommato credibile e mai
macchinoso.
Da vedere rigorosamente con il volume a
palla.
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