Titolo: Machines
Regia: Rahul Jain
Anno: 2017
Paese: India
Festival: Cinemambiente 20°
Festival: Cinemambiente 20°
Giudizio: 5/5
Attraverso i corridoi e gli spazi di
un'enorme e disorientante struttura, il regista Rahul Jain ci conduce
in una discesa verso un luogo di stenti e di lavoro fisico
disumanizzante. Si tratta di una delle maggiori fabbriche tessili
dello stato indiano di Gujarat, la cui area di Sachin fin dagli anni
Sessanta è stata oggetto di un'industrializzazione senza precedenti
e non regolamentata.
Machines è un'esperienza unica e
dolorosa. Il film più impressionante dell'ultima edizione del
Festival di Cinemambiente. Un'opera solida e matura. Un urlo
disperato verso quello che è l'ennesimo esempio di super
industrializzazione, di lavoro fuori da ogni schema e comprensione.
Orari che vanno oltre la logica umana e la disumanizzazione della
forza lavoro e di qualsivoglia tipo di diritto.
Machines è l'opera prima di Rahul
Jain, cresciuto in India e laureato al California Institute of The
Arts in Film and Video. Sempre al CalArts studia estetica e politica.
Machines, primo lungometraggio, è presentato all'IDFA e al Sundance
Film Festival, dove riceve il premio speciale della Giuria per la
miglior fotografia.
All'interno del documentario e delle
aziende la camera procede scovando operai che dormono tra una pausa e
l'altra, fumi che rendono nebulosa la vista di ogni minimo dettaglio,
macchinari che sembrabno logorati dal tempo e di una pericolosità
incredibile. Uomini, donne,bambini, disabili, tutti lavorano in
queste immense fabbriche della morte dove scopriamo il lavoro
incessante che sta dietro i vestiti che spesso indossiamo. Conosciamo
l'esperienza di un lavoratore che per fare tre lavori a stento riesce
a dar da mangiare alla famiglia spostandosi da una zona all'altra del
paese e che per lui ha solo qualche rupia per comprarsi del tabacco
da masticare per sopravvivere a dei turni infiniti. Facciamo anche la
conoscenza dei suddetti padroni e della loro burocrazia e la loro
spiegazione di come loro stessi diventano padroni e carnefici e del
perchè non esiste nessun sindacato dal momento che forse nessuno lo
vorrebbe.
Machines mostra la complessità della
dura e spietata macchina capitalista, una storia di disuguaglianza
che purtroppo anche la globalizzazione ha ampliato portandola in
alcuni casi, come questo ma gli esempi sarebbero tanti e doverosi, di
sfruttamento, di oppressione e di incapacità di un paese e di un
sistema di potersi ribellare in cui ancora ad oggi tutto sembra
sempre più immutabile e senza speranza con un divario purtroppo
ancora più incolmabile tra poveri e ricchi.
Ad un tratto parla un bambino. Il suo
obbiettivo è imparare in fretta a saper usare più macchinari
possibili. Se da piccolo impara senza fare errori allora da grande
diventerà un responsabile o un operaio specializzato. Questo è il
sogno indiano della maggior parte dei bambini senza rendersi conto o
domandarsi se è giusto o meno un modello economico e di sviluppo di
questo tipo.
In tutto questo ovviamente le famiglie
non esistono o sono una diretta conseguenza delle scelte dei figli
che devono mantenere il nucleo.
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