Titolo: Smetto quando voglio-Masterclass
Regia: Sydney Sibilia
Anno: 2017
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
La banda dei ricercatori è tornata:
l'associazione a delinquere "con il più alto tasso di cultura
di sempre" di Smetto quando voglio decide di ricostituirsi
quando una poliziotta offre al capo, Pietro Zinni, uno sconto di pena
e a tutto il gruppo la ripulitura della fedina penale, a patto che
aiutino le forze dell'ordine a vincere la battaglia contro le smart
drug. Così questi laureati costretti a campare di espedienti in
un'Italia che non sa che farsene della loro cultura vanno a
recuperare un paio di cervelli in fuga e lavorano insieme per stanare
i creatori delle nuove droghe fatte con molecole non ancora illegali.
Pietro però non può rivelare nulla del suo nuovo incarico alla
compagna Giulia, incinta del loro primo figlio, ed è costretto ad
inventare con lei bugie sempre più colorite.
E'una gioia vedere un sequel ancora più
convincente del primo capitolo. Soprattutto quando sai che presto
arriverà il terzo. Sibilia ha girato due film assieme riuscendo a
tenere alta la testa e dirigendo ottimamente una crew di attori quasi
"tutti romani" ma simpatici.
La prima saga italiana che rifacendosi
alla commedia mischia azione, humor e tanti altri elementi (oltre che
omaggiare tanto cinema) grazie ad un ritmo davvero incredibile e
senza mai grosse pause che ne sanciscano i limiti è una vera sorpresa
e apre forse uno spiraglio di innovazione per il nostro cinema.
Edoardo Leo è riuscito in pochi anni a diventare uno degli attori
più famosi e prolifici ritagliandosi ruoli da protagonista senza
capire come abbia fatto a scalare il successo così velocemente (dal
momento che è un attore mediocre), mentre il resto del casting è
sempre a suo modo spassoso inserendo alcuni personaggi nuovi e
funzionali come la Scarano e Lo Cascio.
Si ride e si festeggia prima di tutto
per lo sforzo e il successo al botteghino di questi nerd criminali.
Si ride davvero tanto in questo film senza però mettere da parte la
trama e aggiungendo o meglio analizzando più a fondo il fenomeno
delle smart drugs e inserendo altre novità come i blogger, un
ispettore che si fa "aiutare" dai banditi proponendogli un
affare niente affatto legale, e tante altre cose tra cui un non
precisato antagonista ma sperimentando il brevetto della guerra tra
ricercatori.
La struttura temporale abbraccia una
sorta di analessi e tutto comunque viene collegato con il finale del
film precedente senza muovere le lancette del tempo (la ragazza di
Pietro infatti e ancora in cinta) ma anzi giocando di rimandi,
raccordi e flash back. Un film psichedelico come il primo, drogato di
acida ironia e finalmente un'operazione che fa pensare in tutto e per
tutto ad un "unicum"
sul genere.
Aspettiamo trepidanti "Ad Honorem".
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