Titolo: Babbo Bastardo 2
Regia: Mark Waters
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Squallido, sboccato e osceno quanto
basta, il cinico babbo natale di Billy Bob Thornton è ancora una
volta protagonista alcolizzato di una favola nera, appesa al cavo
sfilacciato di un forno elettrico, sull'orlo del suicidio. lo avevamo
lasciato in compagnia dell'amabile Sue e del paffuto Thurman Merman
(la versione gioiosa di un "moccioso appiccicoso") in un
apparente clima di serenità ritrovata. Ma l'happy ending non
appartiene alla vista sfocata dell'ultimo bicchiere di whiskey.
Presto detto, la meta questa volta sarà Chicago. Coi soliti abiti
rossi, la stessa barba bianca, l'immancabile elfo traditore e una new
entry di tutto rispetto, mamma Sunny, spietata personalità che
sciorina nomignoli come fossero caramelle ad Halloween, il magnetico
Willie Soke dovrà scassinare la cassaforte di un ente di beneficenza
che si occupa di piccoli orfani. Catapultato in un vortice d'insulti
dal miraggio di guadagnare milioni di dollari, Willie scoprirà a
colpi di litigi e parolacce quanto la sua vita disastrata sia merito
dell'egoismo illimitato di Sunny. Di come una madre menefreghista e
anaffettiva sia causa - tra gli altri - del suo rapporto con le
donne, ingestibile anche nell'ambito del più immediato dei
complimenti.
Come mai Babbo Bastardo piace così
tanto o meglio a saputo diventare un piccolo cult anche per chi il
film non l'ha nemmeno visto? La risposta è semplice: per il suo
cinismo o meglio mischiare tante cose frivole e stupide in un mix
esilarante e grottesco.
Se il primo si trascinava per le lunghe
mostrando un personaggio sboccato, che ama i vizi e le mignotte e in
tutto questo dissacrava lo spirito natalizio, crocifiggendo il
paladino del bene, Babbo Natale, che il Cristianesimo sa essere un
mostro che mangiava i bambini, in questo secondo capitolo
l'obbiettivo è una rapina e in mezzo rimane solo un difficile
rapporto madre/figlio con il nano di colore tra i piedi e il figlio
diciottenne obeso che chiede di avere la sua prima esperienza
sessuale.
Billy Bob Thornton, anche qui
bravissimo ma meno ispirato, ha ricevuto una nomination ai Golden
Globe per aver vestito i panni di Willie Soke. "Quando sei
sul set hai la sensazione che alcuni momenti siano destinati a
diventare dei classici. È questo che ti spinge a dire sì, faccio
anche il sequel. Quel film è riuscito, in qualche modo, a lasciare
una traccia nella cultura popolare."
Al buonismo melenso che noi tutti
detestiamo soprattutto con l'arrivo delle feste qui la contaminazione
e l'irriverenza provocatoria crea una parabola distorta
d'incommensurabili idiozie, tenute insieme da un fil-rouge di
grotteschi e continui sketch dissacranti e che non convincono mai del
tutto.
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