Titolo: El Clan
Regia: Paolo Trapero
Anno: 2015
Paese: Argentina
Giudizio: 4/5
Argentina inizio anni 80. All'apparenza
una famiglia come le altre che vive nel tranquillo paesino di San
Isidro, in realtà un vero e proprio clan che si guadagna da vivere
con i sequestri di persona. Arquímedes, il patriarca, è a capo
delle operazioni. Alejandro, il suo figlio più grande, è una star
del rugby che gioca nel mitico team argentino "Los Pumas".
E' lui che adesca le vittime dei rapimenti tra i giovani rampolli
dell'alta società. I crimini del clan dei Puccio, famiglia che gode
della protezione del regime militare, riescono a passare inosservati
nella loro costante ferocia programmatica, ma prima o poi finiscono
con il coinvolgere tutti in una crescente spirale di violenza, dove è
colpevole anche chi assiste in silenzio. Ispirato ad un episodio
realmente accaduto, il film racconta insieme alla storia di una
famiglia anche quella di un intero Paese, nella sua delicatissima
fase di transizione dalla feroce dittatura militare ad una fragile
democrazia.
El Clan è un film molto importante e
ben riuscito.
Un film che sfrutta un'idea al servizio
di una tematica sempre complessa e doverosa da spiegare al suo
pubblico. Un film che ha bisogno di dare una lezione su che cos'è il
controllo e l'oppressione e di come a volte la manipolazione comincia
proprio dalle mura domestiche in uno schema patriarcale impossibile
da discutere o scardinare.
Una dittatura familiare è proprio la
sintesi di tutti i mali, la radice dei problemi difficile da
sradicare e in molti casi, diciamolo pure, impossibile.
L'idea, lo sviluppo, la messa in scena
e alcuni colpi di scena (Alejandro in tribunale) è riuscita così
bene a Trapero che si potrebbe usare come manifesto per spiegare
alcuni comportamenti dei clan nelle dittature e nelle mafie,
cambiando alcuni connotati ma tenendo alta la struttura e i
tentacoli.
Uno schema che riesce ad andare oltre
gli splendidi paesaggi, la rivisitazione storica, per portare alla
summa un personaggio come quello di Arquimedes, la vera regina e
mente criminale che non conosce alternative diventando una macchina
infernale che non conosce ostacoli.
Un film che sembra sempre lasciarti un
passo indietro perchè per arrivare alla piramide ci mette un po di
tempo lasciandoti sempre una presunta normalità di superficie che
descrive in modo perfetto il funzionamento di qualsiasi tipo di
società criminale come "il caso Puccio".
Francella poi, il padre, è
semplicemente immenso.
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