Titolo: X-Men-Apocalypse
Regia: Bryan Singer
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Antico Egitto, En Sabah Nur, detto
Apocalisse e venerato come un dio, sta per compiere il rito di
trasferimento della sua anima nel corpo di un mutante che ha il
potere di rigenerare le proprie ferite, ottenendo così
l'immortalità, ma un gruppo di ribelli lo imprigiona sotto una
piramide. Nel 1983, mentre il mondo è ancora in debito con Raven e
il Prof. X per aver salvato il Presidente degli Stati Uniti e Magneto
ha provato a rifarsi una vita e una famiglia mantenendo l'anonimato,
un gruppo di fanatici risveglia dal suo riposo eterno Apocalisse, più
che mai intenzionato a riprendere il posto che gli spetta sul trono
del mondo.
Apocalypse è il terzo e ultimo
capitolo degli X-Men giovani.
Anche questa saga comincia ad avere
numerosi capitoli soprattutto se allargati ai singoli protagonisti
che si vedono film ad hoc solo per loro per descriverne le ampie
gesta (WOLVERINE, DEADPOOL, GAMBIT).
Apocalisse dura parecchio è questo non
è il problema dal momento che gli ultimi blockbuster Marvel hanno
durate che superano quasi sempre le due ore.
Il problema è che cosa ci metti
dentro.
In questo caso per il super villain e
primo mutante della storia vengono chiamati in cattedra gli egizi e
il trasferimento dell'anima come arma del dio/leader che si crea così
una sua sorta di immortalità. Il problema della trama e che pur
avendo l'ottimo Singer a dirigerla come film e non come comics,
parole sue, suggerisce tante possibili direzioni scegliendo alla fine
la più scontata e meno interessante in cui un cattivo convince altri
a fare i cattivi, combattendo contro dei buoni e arrivando ad uno
scontro finale in cui in ballo c’è il destino dell’umanità
distruggendo la terra e facendo morire i deboli – umani e mutanti –
salvando solo pochi, forti eletti ovvero i suoi quattro cavalieri
dell'apocalisse sperando che non facciano la fine dei primi dentro la
piramide.
Altro da dire non mi viene se non che
la vicenda almeno inizialmente sembra ruotare su Scott alias Ciclope,
che come sempre le parti migliori sono dentro la scuola e non fuori,
compresi gli effetti speciali molto belli che funzionano meglio
dentro e non in scenari davvero troppo esagerati.
Una per tutte è la scena del
salvataggio all'interno della scuola per mano o meglio dire per le
gambe di Quicksilver o la parentesi Wolverine che lasciano molto più
di più, oltre che divertire, rispetto alla distruzione finale di
Apocalisse e Magneto.
Poi non ho capito bene per quale motivo
inserire così tante scene legate a Magneto sull'olocausto così come
alcuni passaggi della trama e del montaggio che non sono sempre molto
chiari.
Per fortuna almeno qui non ci sono
troppi salti temporali che come nel capitolo precedente rischiano di
danneggiare la storia e soprattutto rischiano di far perdere dei
pezzi allo spettatore.
Alla fine con questo capitolo degli
X-Men succede una cosa nemmeno tanto strana che comincia a dilagare
soprattutto nelle apocalittiche produzioni, cioè quella per cui nel
film succedono tantissime cose e non succede niente al tempo stesso.
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