giovedì 24 marzo 2016

Just Jim

Titolo: Just Jim
Regia: Craig Roberts
Anno: 2015
Paese: Gran Bretagna
Festival: TFF
Giudizio: 3/5

Dura diventare grandi nella profonda provincia inglese, tra compagni sbruffoni e genitori distratti dalla figlia maggiore, bella, appropriata e capace. Jim ne è invece la copia 'minore', rassegnata e sbiadita. Adolescente col cane e i complessi, è segretamente innamorato di una compagna di scuola e sogna di vincere la corsa dei licei per conquistarla. Ma la vita ha altri progetti per lui, che perde il cane, è senza amici, snobbato dalla donna dei suoi sogni e sopportato dai genitori che hanno dimenticato anche i suoi (pochi) anni. A cambiare le carte in tavola arriva Dean, un ragazzo americano che veste e fuma come una star di Hollywood. Le cose tra loro sembrano funzionare, Dean si prende a cuore l'insicurezza di Jim e decide di 'trasformare' l'anatroccolo in cigno. Giacca rossa, tatuaggio, orecchino (a destra e a sinistra), aria ribelle, conquista ragazza e tempo perduto a colpi di gel. Quando tutto sembra finalmente girare nel verso giusto, Jim scopre che Dean ha un segreto.

Craig Roberts è giovanissimo e alla sua prima regia.
Sceglie un buon alleato, Hirsch in splendida forma, e da vita a un piccolo e intimo viaggio di formazione. In fondo è il classico passaggio obbligato dal mondo infantile a quello adulto.
Sono i piccoli cambiamenti i fattori chiave dell'opera che avvengono in qualcosa che sembra ordinario ma che invece dimostra e sceglie la black comedy anomala.
Senza contare le musiche, la fotografia e una scelta scenografica che lo fa apparire vintage, quasi fuori moda e allo stesso tempo affascinante.
L'alter ego, il fratello maggiore, l'amico immaginario, se è pur vero che sono elementi di un meccanismo abusato nel cinema che Roberts dosa bene per cercare di creare un dubbio nello spettatore circa Dean. E'un film in cui nel grottesco convive un'ironia incredibile.
Sono tanti i momenti in cui si ride con Jim e si ride di Jim, per la sua sbadataggine, il suo essere nerd, la sua difficoltà a non apparire come strano e a cercare di farsi amare quando tutti lo vedono come un emarginato e uno sfigato.


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