Titolo: Sherlock-The Abominable Bride
Regia: Douglas Mackinnon
Anno: 2015
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5
Nel cuore della Londra vittoriana
Thomas Ricoletti rimarrà stupefatto nel vedere la moglie vestita con
il suo vecchio abito da sposa. Perché, solo poche ore prima, la
donna… ha perso la vita. Così il fantasma della signora Ricoletti
sembra ora aggirarsi per le strade con un’insaziabile sete di
vendetta. Dalla nebbia avvolgente di Limehouse alle viscere di una
chiesa in rovina, Holmes e Watson dovranno usare tutta la loro
astuzia per combattere un nemico apparentemente già morto…
Pur non avendo visto la serie
televisiva dell'investigatore di Baker Street (negli ultimi anni
Sherlock è stato rimodellato da molti registi sia per quanto
concerne i film che la serie televisiva).
L'idea o l'assunto di questo special
natalizio, così è stato nominato, è allettante, curioso e per
certi versi originale. Trovo che in questa nuova versione i
personaggi vengono caratterizzati in modo intenso e appropriato,
senza esagerazioni o macchiette. In particolare Watson, interpretato
dallo hobbit Freeman, riesce a fare suo un personaggio molto
difficile e importante.
In più appare un personaggio curioso
che non conoscevo Mycroft Holmes, il fratello di Sherlock, vera mente
geniale della famiglia, un obeso incredibile che ruba in più riprese
la scena all'investigatore.
The Abominable Bride è la riscossa
della donna, anzi delle donne con una Ricoletti affascinante quanto
succube di una setta che poteva dare qualcosa di più.
Un caso che sembra far resuscitare
paure e angosce del protagonista e catapultarlo attraverso epoche
diverse, conducendolo da una misteriosa quanto nebulosa Londra
vittoriana ai tempi nostri più grigi e meno misteriosi.
Se il caso in sè è affascinante ma
non così carico di colpi di scena, come dice Holmes "non
possono essere stati i gemelli" e poi soprattutto "i
fantasmi non esistono", dall'altro le astuzie e le peripezie
tecniche della regia fanno il resto, a volte in maniera eccessiva e
apparentemenete fuori luogo confezionando un prodotto che sembra più
un esercizio di stile e un divertissement su temi noti.
Una scommessa interessante, solo in
parte avvincente, divertente e mai noiosa, che fin dalla sigla appare
infarcita di elementi e rimandi alla stessa serie tv, che rinsalda
alcune regole di genere mischiandole e potenziandole con tutto un
apparato visivo e di mescolanza di marchingegni curioso e mai
macchinoso.
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