Titolo: Wild Horses
Regia: Robert Duvall
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Il Texas Ranger Samantha Payne riapre
un caso su una persona scomparsa 15 anni prima, scoprendo degli
indizi che collegano la morte di un ragazzo del luogo a un ricco
padre di famiglia, Scott Briggs. Il Texas Ranger non si fermerà
davanti a nulla per scoprire la verità, anche a costo di rischiare
la propria vita. Con il ritorno inaspettato del figlio estraniato
Ben, Briggs deve trovare un modo per mettere a tacere per sempre la
legge o cercare di capire meglio il rapporto tra Ben e il ragazzo che
ha cercato di far tacere tanti anni fa.
Un dramma con l'aria da western moderno.
Wild horses ha qualcosa di epico, una
buona atmosfera, fantastici paesaggi, un cast notevole e una storia
che in fondo riesce a creare un buon interesse.
E'un film lento che si dipana senza
alterazioni o colpi di scena degni d'effetto.
Cerca l'esatto opposto preparando e
incidendo sulla trama passo per passo, cercando una riflessione sugli
intenti dei personaggi e creando un intreccio famigliare, che seppur
non particolarmente originale, regge in tutti casi risultando
convincente, moderato e molto realistico.
Duvall era da dieci anni che non
prenedeva più in mano la regia.
Con tre film alle spalle e quasi 95 da
attore, ricopre il ruolo tradizionale del pater familias che alla sua
veneranda età, decide di fare pace con se stesso e con i suoi
fantasmi scrivendo inoltre la sceneggiatura. E'interessante scoprire
come lui, Tommy Lee Jones in testa e Eastwood il reazionario,
contribuiscano e diano spessore con dei film molto attenti e che
riescno ad esaminare, con il senno di poi, tematiche e generi in modo
sublime.
Wild Horses potrebbe essere uno di quei
film in cui ci si aspettano sparatorie, zuffe, violenza a gogò,
invece è un dramma famigliare denso e di una lentezza senza
precedenti il più delle volte compiaciuta, crepuscolare e in fondo
tragica.
Colpa e remissione.
Con diverse tematiche, di cui quella
dell'accettazione di un figlio gay, in una comunità come quella
texana, viene trattata senza farla diventare una macchietta, ma anzi
prendendola di lato come per altri temi trattati nel film.
La quarta regia di Duvall fa centro
regalando un film sofferto, molto lungo e dotato di silenzi
straordinari che spessso e volentieri comunicano più dei dialoghi.
Da menzionare James Franco, il figlio
gay e Josh Hartnett, purtroppo non caratterizzato a dovere.
Nessun commento:
Posta un commento