Titolo: Kryptonite nella borsa
Regia: Ivan Cotroneo
Anno: 2011
Paese: Italia
Giudizio: 2/5
Napoli, 1973. Peppino è il più
giovane membro della famiglia Sansone. Neanche dieci anni, l'onta di
una forte miopia giovanile e un'ammirazione per lo strambo cugino che
crede di essere Superman. In seguito alla sua morte, il piccolo
Peppino comincia a immaginarne la presenza, e di questo supereroe
fantasma dal naso aquilino e dal forte accento napoletano fa il suo
unico amico fidato. Quando la madre Rosaria entra in depressione dopo
aver scoperto che il marito la tradisce, sarà infatti lui, più che
i due zii giovani e incoscienti o i tre piccoli pulcini donati dal
padre fedifrago, a insegnargli come trovare il proprio posto nel
mondo.
La Kryptonite nella borsa, regia di
Cotroneo, noto sceneggiatore televisivo, sancisce un limite del
nostro cinema e del genere più abusato: la commedia.
Il limite è quello di saper
confezionare alcuni interesssanti spunti, coadiuvate da un cast
interessante, ma allo stesso tempo rimanendo fedele ad un certo tipo
di scrittura e struttura, ormai portata quasi all'esaurimento.
Famiglie, sguardi sul passato, voce
fuori campo, nostalgia, finale a lieto fine, tradimento, tipi
eccentrici. Troppi stereotipi che probabilmente piacciono ma
diventano ormai ben più che ripetitivi, senza nessun guizzo o moto
narrativo che incoraggi a osare o sperimentare qualcosa di più.
Quindi regole che diventano limiti per
un target che non riesce ad andare oltre la commedia d'effetto, ma
sempre solidamente costruita su alcuni principi da cui non si riesce
a fuggire.
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