Titolo: A soap
Regia: Pernille Fischer Christensen
Anno: 2006
Paese: Danimarca
Giudizio: 3/5
Charlotte, 34 anni, è proprietaria di una clinica di
bellezza. Un giorno decide di abbandonare il proprio compagno Kristian e di
andare a vivere in un appartamento che conserverà l'aspetto della
provvisorietà. Al piano di sotto abita un giovane transessuale che la donna
conoscerà comprendendone i problemi.
A soap è l’esordio alla
regia della danese Christensen. Un film che inizia bene con una narrazione
extradiegetica per nulla noiosa o fuori luogo che riassume gli eventi come se
stesse introducendo un nuovo episodio di una soap opera (come da
titolo del film) e che insieme alle note di musica classica ci fa presto
scoprire i due personaggi su cui si dipanerà la storia.
E’un film molto classico che narra due vite parallele tra
dolori, scelte da cui non si potrà tornare indietro e minestre scaldate che non
riescono a convincere mai fino in fondo.
Senza retorica e girato in pochi interni, il film è un concentrato
di dialoghi che non risparmia niente di tutti i temi e le problematiche dei
giorni nostri sui legami di coppia, ma anche sulla paura di amare il proprio
corpo e di non sentirsi più desiderati. L’avvicinamento tra la forza di
facciata di Charlotte, Trine Dyrholm bellissima e bravissima, e la fragilità
apparente di Veronica, non lasciano spazio a retoriche, ma si studiano, si
toccano e infine cercano di trovare una loro “equilibrata” armonia.
L’unico problema su cui il film inciampa in alcuni punti, è
proprio quello di continuare a insistere sui dialoghi e infatti alcune sequenze
appaiono di minor gusto, come gli incontri di Charlotte con Kristian, che hanno
quel sapore di ripetitivo e monotono.
E’un film che gioca continuamente tra gli eccessi di
Charlotte e la delicatezza di Veronica.
Nessun commento:
Posta un commento