Titolo: In Guerra
Regia: Davide Sibaldi
Anno: 2014
Paese: Italia
Festival: TFF 32°
Giudizio: 2/5
Una notte nel cuore della periferia milanese, due giovani si incontrano. Lei è stata da poco lasciata dal suo ragazzo. Lui è un uomo violento, in guerra con se stesso e con il mondo. Tra loro, così diversi eppure così vicini, scatta qualcosa e si ritrovano a condividere la vita notturna di una Milano deserta e misteriosa.
Il secondo lungometraggio del giovane cineasta milanese ha sicuramente alcuni aspetti meritevoli, strappa seppur forzatamente qualche risata, strizza l'occhio a una quantità di film senza senso, gioca sulle apparenze e sulle difficoltà nel cercare di mantenere una sorta di autocontrollo e soprattutto ha un buon ritmo.
Girato con un ridicolissimo budget, In Guerra purtroppo mostra sin da subito uno scarsissimo livello tecnico, una fotografia quasi inesistente e l'insistenza del regista a ripetere più volte alcune scene che girano su se stesse senza contare i dialoghi praticamente inesistenti e davvero fastidiosi nel loro malessere e nel loro cinismo ridicolo e fine a se stesso.
In più ci sono alcuni buchi nello script come i colpevoli che Stefano punisce e tante altre cose.
E'strano e lascia interdetti, nonchè sorprende a tutti gli effetti, la scelta di selezionare un film di questa fattura in un festival così famoso e prestigioso.
La guerra inconscia interna ed esterna dei protagonisti e della funerea e deserta città, poteva avere una valenza e un contributo diverso, più interessante e soprattutto dove non ci si ritrova ogni dieci secondi a sentire insulti e frasi ridondanti sulla società senza nessuna struttura alla base che le giustifichi. In Guerra evidenzia un altro aspetto che proprio di guerra tratta ben poco (le scene di lotta o di azione crollano ancor prima di nascere, per una amatorialità del cast che purtroppo paga un conto salato) e alla fine le ripetizioni, le parolacce e qualche tentativo di portare a casa altri significati nascosti, collocano In Guerra in quell'universo dei film italiani andati a male degli ultimi anni che potevano far sperare in qualcosa se non altro in grado di comunicare qualcosa.
Nessun commento:
Posta un commento