Titolo: Corpi Estranei
Regia: Mirko Locatelli
Anno: Italia
Paese: 2013
Giudizio: 3/5
Antonio è un padre solo a Milano, dove è appena arrivato per curare il suo bambino. Ricoverato in un centro oncologico, Pietro ha un anno e un cancro che deve essere rimosso con un delicato intervento. Chiuso col suo bambino nella stanza numero sei, Antonio scambia molte parole con la moglie al telefono e poche battute con gli infermieri nei corridoi, dove si aggira introverso e osservato da Jaber, un adolescente tunisino in visita a un caro amico malato. Addolorato dalla malattia di Pietro e incuriosito dai silenzi di Antonio, Jaber lo avvicina per offrirgli parola e conforto. Ma Antonio, arrivato dalla provincia umbra, non apprezza gli sguardi e le attenzioni del ragazzo, a cui risponde scontroso e laconico. Jaber è 'arabo' e diverso, troppo diverso da lui, che arroccato nel suo dolore e nella sua ostilità crescente assume un atteggiamento di aperto rifiuto. L'ostinazione di Jaber e la degenza di Pietro avranno però la meglio sul suo individualismo. Finalmente 'carico' solleverà lo sguardo.
Corpi Estranei dalla sua ha un buon impianto tutto giocato tra le mura di un ospedale e del reparto ontologico. Una scelta che volutamente mostra già diversi percorsi interessanti e il valore aggiunto di giocare tutto sul percorso del protagonista, un padre ottimamente interpretato da Timi (forse uno dei pochi attori buoni italiani rimasti se la smettesse di esagerare continuamente) e non invece raccontare la malattia come spesso capita in film con un soggetto simile.
Dalla naturalezza con cui si dipanano i gesti del protagonista viene subito da pensare che il lavoro di ricerca svolto da Locatelli con moglie al seguito, abbia trovato una certa poesia e una sua ambizione, che sembrava annoverarsi ormai solo più nei suoi documentari.
L'Italia per fortuna è un paese con un alto tasso di policentrismo etnico e Milano non è da meno nel delineare anche alcuni rapporti etnici, proprio all'interno dell'ospedale, e la solidarietà italiana ancora una volta, muove i suoi personaggi e li rende curiosi e bisognosi di prendersi cura gli uni degli altri e infatti non sorprende che una delle parti più belle, e soprattutto una scena su cui però non starò a fare spoiler, sia l'incontro Antonio e Jaber.
Locatelli sembra amare molto il cinema francese e i piani sequenza.
Corpi Estranei è un'esame da cui esce quasi vincitore, in una scommessa davvero difficile e delicata da portare a casa.
I Dardenne e qualcun'altro sarebbero orgogliosi della seconda opera del regista milanese.
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