Titolo: Wakolda
Regia: Lucia Puenzo
Anno: 2013
Paese: Argentina, Francia, Spagna, Norvegia, Germania
Giudizio: 4/5
Nel 1959, un medico tedesco in viaggio sotto falsa identità fa la conoscenza di una famiglia argentina nelle desolate terre della Patagonia. Quel medico non è altro che il nazista Josef Mengele, uno dei più grandi criminali della storia che ha trovato rifugio come ospite della locanda appena aperta dalla famiglia. A stretto contatto con lui, la famiglia rivive sulla propria pelle tutte le ossessioni legate ai concetti di purezza e perfezione della razza. A risentirne maggiormente è Lilith, la figlia adolescente con un corpo troppo piccolo per una ragazza della sua età. Nonostante la sua imperfezione, Lilith è attratta dal medico tedesco e Mengele subisce inevitabilmente il fascino della ragazza. Tempo dopo, quando Mengele è diventato un membro rispettato da tutta la comunità, in molti cominciano a nutrire dubbi sulla sua vera identità.
Wakolda non è un film perfetto. Racconta una storia difficile e drammatica che tocca svariati temi, lasciando più volte il pubblico a riflettere sulle scelte prese o concordate dai protagonisti.
Il terzo film diventa il più ambizioso e difficile per la Puenzo, regista attenta e interessata a temi quanto mai difficili. Il personaggio di Mengele, lo spietato medico nazista che usava bambini e prigioneri di Auschwitz, come cavie da esperimento, è inquietante proprio per la sua leggerezza mista a lucida follia e la sua preoccupazione affinchè la figlia possa crescere come tutti gli altri.
In questo l'opera di seduzione di Mengele riguarda tutti i componenti del nucleo famigliare, mettendoli uno contro l'altro, e facendo leva sul desiderio di "migliorare" la specie attraverso la ricerca genetica e portando la madre di Lilith in un complicato percorso salvifico.
In più al suo terzo lungo, la regista gira un film tratto da un suo libro omonimo del 2011, piaciuto in patria e non solo.
Sicuramente, cercando di misurarsi al meglio anche con i mezzi tecnici, e con una fotografia che desatura in un inverno e in una location molto impervia, The German Doctor è un thriller psicologico di notevole impatto, oltre essere un romanzo di formazione lucido e teso.
Il film è anche una critica, come nella battuta in cui viene citata la cattura di Eichmann, contro la classe politica argentina che ha permesso ad alcuni generali nazisti di rifugiarsi in America Latina.
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