Titolo: Lord of War-Il Signore della Guerra
Regia: Andrew Niccol
Anno: 2005
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Yuri Orlov è un trentenne ucraino immigrato con la famiglia negli Stati Uniti con tanta voglia di emergere, ma pochi mezzo per farlo. Un giorno Yuri - uno straordinario Nicolas Cage - intuisce che il traffico d'armi può diventare il suo passaporto verso la vita agiata che ha sempre sognato e infatti, in breve tempo, conquista tutto ciò che desidera: soldi, potere e la donna dei suoi sogni. Alla sua rapida ascesa si oppone però Jack Valentine, un giovane agente idealista dell'Interpool, interpretato da Ethan Hawke.
Alcuni film con la scusa che sono "film di denuncia"sembrano smarcare bene tutta una serie di problemi e dati imbarazzanti su cui il terzo film di Niccol cade troppo facilmente.
La risultante di una costruzione troppo americana nei suoi tempi e nel suo bisogno di comunicare con freschezza alcuni dati così terribili e spiazzanti, lascia perlomeno stupefatti e forse increduli.
Difficile non sentirsi schiaffeggiati dopo un ingenuo film dal taglio di denuncia che invece sembra rispettare al meglio, con una costruzione furbetta e modaiola, un percorso difficile di sangue e decisioni quanto mai spiazzanti sul piano etico che però non apportano nessuna riflessione che non si dimentichi e non venga rimpiazzata da qualche culo o da qualche striscia di cocaina nel giro di pochi secondi.
Cage e Leto che sono due fratelli Ucraini, sembrano quasi due boss agli esordi che nel traffico delle armi (su cui nella fase preparatoria il film è molto attento a non spiegare nulla, cadendo nella prima imbarazzante ingenuità) trovano la loro miniera d'oro e da lì in avanti sembra quasi di vedere BLOW mischiato a BLOOD DIAMOND.
La faccenda è spessa e il tema è quanto mai importante e serioso per cui devo proprio dirlo: la mancanza di tatto e sensibilità in questo film mi ha lasciato profondamente basito in primo luogo perchè il film di Niccol non inquadra e non trasmette un bel niente, però negli intenti cerca e trova una formula che piace molto alla critica e buona parte del pubblico.
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