Titolo: Dom Hemingway
Regia: Richard Shepard
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Domingo Hemingway è un famigerato ladro londinese. Uscito di prigione dopo 12 anni (del suo passato criminale nessun cenno), Dom ha un solo pensiero in testa: conquistarsi ciò che gli spetta per aver taciuto riguardo agli affari malavitosi di cui era a conoscenza. Con l’aiuto del compagno di affari e rapine Dickie, giungerà presto alla villa del capo Monsieur Fontaine, ricco delinquente russo, per la promessa ricompensa. Tra folli peripezie e colpi di scena, Dom riuscirà a ritrovare i valori da cui gli anni di sofferenza e solitudine in cella l’avevano allontanato, senza tuttavia abbandonare i vizi e i comportamenti squilibrati che fanno parte della sua stessa natur
Quando un attore ha la possibilià di avere un ruolo scritto e adattato su misura come un abito firmato e più che stiloso, allora non può che sdebitarsi regalando un'interpretazione assolutamente fuori dagli schemi e decisamene esagerata.
Dom è un tipo con un problema. Cioè, con tanti problemi, ma uno in particolare: non riesce a gestire la rabbia. Se Dom ha una cosa da fare, la fa. Si potrebbe sospettare che sia l’alcool ad incidere sulla sua volontà, ma chi lo pensa evidentemente non conosce Dom Hemingway.
Dom è una commedia nera eletrizzante, una scheggia impazzita, in cui Jude Law è protagonista assoluto e gigioneggia cercando di portarsi a letto la moglie del boss senza veli e senza vergogna come se gli fosse dovuto.
La struttura del film poi è lineare senza sbalzi temporali e connotato da monologhi che stanno a metà tra il delirio di onnipotenza e la malinconica disperazione.
Quello iniziale della prima scena con un’ode al suo pene fa scassare per poi approssimarsi alla conclusione disteso e piangente sulla bara di un suo caro, mentre qualche istante dopo si dà a battute piacione sul colore della pelle
Questo è il Dom. Prendere o lasciare!
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