Regia: Carl Rinsch
Anno: 2014
Paese: Usa
Giudizio: 1/5
Kai è un mezzosangue, figlio di un inglese e di una giapponese, e per questo abbandonato dalla sua stessa madre. Cresciuto nella foresta insieme ai demoni, viene poi accolto e nutrito da uno daimyō. Nonostante l’amore paterno dell’uomo e la passione che nasce tra Kai e la di lui figlia, l’uomo verrà sempre emarginato e trattato diversamente per la sua condizione di mezzosangue. Quando però lo daimyō verrà ingiustamente ucciso dal shōgun, Kai e gli altri samurai, divenuto ronin, ovvero samurai senza padrone, decidono di vendicare il torto e riporta l’equilibrio e l’onore nelle loro vite.
Poche parole su questo orrendo film, frutto della fusion tra oriente occidentalizzato nel peggiore dei modi e lo sprezzante e disonorevole stampino con cui gli yankee producono in fabbrica questi prodotti di esclusivo marketing e sgomento commerciale.
Il problema più grosso e Neo.
Ormai è andato. Dopo il suo film da regista imbarazzante e le sue ultime ancora più imbarazzanti prove attoriali, raggiunge l'apice del non-sense, con questa disarmante opera di stupidità universalistica.
In più qualcuno faceva notare che 47 Ronin sembra essere uno di quel classici prodotti che rimangono sul groppone delle case di distribuzione a macerare finché, in attesa di un'uscita in sala, capace di contenere i numeri di un possibile disastro. Sono arrivati comunque, per fortuna.
Davvero rimango allibito di fronte a simili pasticci. Banalmente se penso a questo budget dato in mano a un pazzo come Miike Takashi, avrei goduto come Bardem vedendo la figa rasata della Diaz sul cofano della Lamborghini. Ma il maestro dei generis non avrebbe mai accettato.
Il finale poi con il sacrificio finale davvero sputa sopra secoli di tradizione e di una ritualità che noi non capiremo mai.
Il problema più grosso e Neo.
Ormai è andato. Dopo il suo film da regista imbarazzante e le sue ultime ancora più imbarazzanti prove attoriali, raggiunge l'apice del non-sense, con questa disarmante opera di stupidità universalistica.
In più qualcuno faceva notare che 47 Ronin sembra essere uno di quel classici prodotti che rimangono sul groppone delle case di distribuzione a macerare finché, in attesa di un'uscita in sala, capace di contenere i numeri di un possibile disastro. Sono arrivati comunque, per fortuna.
Davvero rimango allibito di fronte a simili pasticci. Banalmente se penso a questo budget dato in mano a un pazzo come Miike Takashi, avrei goduto come Bardem vedendo la figa rasata della Diaz sul cofano della Lamborghini. Ma il maestro dei generis non avrebbe mai accettato.
Il finale poi con il sacrificio finale davvero sputa sopra secoli di tradizione e di una ritualità che noi non capiremo mai.
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