Titolo: No One Lives
Regia: Ryuhei Kitamura
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Una pericolosa banda di criminali, dopo aver preso in ostaggio una giovane coppia, trova rifugio in una casa abbandonata nel bel mezzo del nulla. La situazione, però, sfugge presto loro di mano e la ragazza viene uccisa. Accecato dal desiderio di vendetta, il fidanzato si dimostra per quello che è veramente, rivelandosi meno indifeso di quanto tutti pensino. Ribaltando le carte in tavola, i criminali si ritrovano di fronte a uno spietato killer che, avendo già ucciso spesso in passato, è intenzionato a non lasciar in vita nessuno di loro.
Il problema dell'ultimo film americano di Kitamura, secondo il sottoscritto molto sopravvalutato al tempo di VERSUS, è che forse è anche il motivo del suo ultimo scarso risultato, è ancora una volta colpa della sceneggiatura di tal David Cohen, davvero brutale nel suo caos interno.
Difficile quindi equilibrare con uno stile tecnico buono un intreccio così duro da spezzare.
Cerca Luke Evans con un'interpretazione sopra le righe, di creare qualcosa di interessante con un personaggio che per certi versi poteva essere originale se non fosse che alla fine si rimane con l'amaro in bocca per l'incoerenza di tale caratterizzazione.
Per certi aspetti mi ha ricordato BLOOD CREEK con i personaggi bloccati dentro casa con il sociopatico, anche se lì era il nazista interpretato da Fassbender, che cercava il modo per entrare e ucciderli. Anche qui dal secondo atto nel film tutto gira attorno a questi criminali deficenti che si credono cattivi ma scopriranno a loro spese che ci sono sociopatici ben più cattivi di loro ma il tutto procede senza enfasi, con dialoghi inutili e un ritmo dell'azione che seppur senza tregua, sconfina proprio per mancanza di adererenza con la scrittura, nella totale perdita di senso.
Il motivo che tiene legato il killer con la vittima fa quasi ridere per quanto assurdo.
Nessun commento:
Posta un commento