Titolo: Vandal
Regia: Hélier Cisterne
Anno: 2013
Paese: Francia
Festival: TFF 31°
Giudizio: 2/5
Figlio di genitori separati - madre francese e padre magrebino - e con un pessimo rapporto con la prima, il quindicenne Chérif viene mandato a vivere con gli zii nella città del padre, con cui il ragazzo non ha contatti dal divorzio, avvenuto ormai 4 anni fa. La speranza è che, cambiando ambiente, il ragazzo possa mettere la testa a posto.
E'vero che quasi sempre quando si parla di film con tematiche sul sociale i francesi sono sempre in prima linea con un certo tipo di cinema che come nel caso dei fratelli Dardenne è sempre sinonimo di ottimo cinema. E'anche vero che negli ultimi anni sono sempre più i film francesi interessanti che trattano tematiche inerenti al tema ma cambiando e diversificando le storie e i contesti.
Cisterne alla sua opera prima e in concorso al TFF si vede che ha una gran voglia di fare e infatti molte cose di Vandal non sono poi così male.
A livello tecnico al film non manca niente.
Quello che manca è una storia appassionante in cui a parte la sostituzione del vecchio con il nuovo, in questo caso proprio Vandal, e il bisogno di scoprire il proprio ruolo nel mondo o forse la propria missione, Vandal per molti aspetti è asciutto e abbastanza scontato. Anzichè inserire sottrae e per essere un'opera prima non è proprio un bel segnale.
Forse contando che il protagonista non mi è assolutamente piaciuto e che diversi aspetti del film mi hanno fatto pensare ad una parabola su un gruppo di writers che insegue un ipotetico Banksy, non ho notato e non sono stato toccato da quasi nulla all'interno del film.
Certo le musiche e le riprese notturne così come la corsa a cercare di individuare Vandal, sono carine ma per essere un film in concorso, per essere un film che tratta drammi e la scoperta del sè e per essere un film di formazione francese e un'opera prima, mi aspettavo qualcosa di diverso.
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