Titolo: Isola Perduta
Regia: John Frankenheimer
Anno: 1996
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Naufragato su un'isola che non è segnata su alcuna carta, Douglas vi trova uno scienziato psicopatico esperto in genetica che ha "creato" mostruose combinazioni di umani e animali.
Fracassone, scombinato e disordinato sono gli aggettivi riconducili all'opera tratta da Herbert George Wells. Certo non si dimentica l'originale del '32 e il remake del '77, ma d'altro canto era palese che prima o poi qualcuno vi rimettesse le mani cercando di riportare l'attenzione su una storia interessante e accostandola con le moderne tecniche digitali.
Frankeneheimer non è uno di quelli che si ricordano per la brillante filmografia. Se da un lato è ricca di film, dall'altro non è ricca di risultati che vadano menzionati, se non forse per PRISON un bel film che parla delle carceri e del rapporto tra cellerini e detenuti e le rivolte in corso.
Nell'isola perduta ci si chiede anche che cosa non sia andato a buon fine a parte ovviamente la sceneggiatura che in numerosi punti e davvero senza senso e di una banalità sconcertante.
Rimangono comunque alcuni bei momenti con un make-up funzionale in alcuni punti per non esserlo poi in altri dove si vedono alcuni limiti.
Però bisogna dire che vedere Brando, attore multiforme, confrontarsi con un ruolo del genere e farlo suo nell'immediato, scherzando e provando a dare un minimo di credibilità al personaggio, non è poca cosa. A parte comunque alcune suggestive scene il film si dimentica con una facilità sorprendente.
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