Titolo: Fantasmi di S.Berillo
Regia: Edoardo Morabito
Anno: 2013
Paese: Italia
Festival: TFF 31°
Giudizio: 3/5
Fantasmi di ieri e di oggi popolano il vecchio quartiere di San Berillo, a Catania. 1958: mentre in Italia si chiudono i bordelli, San Berillo viene raso al suolo e i suoi abitanti deportati in periferia. Del quartiere rimane un pezzetto, dove si riversano migliaia di prostitute da tutta Italia, dando vita a uno dei quartieri a luci rosse più importanti del Mediterraneo. Fino a quando nel 2000 un blitz delle forze armate costringe ancora una volta gli abitanti del quartiere ad abbandonare le loro case.
‘Sono entrato a San Berillo per seguire le storie di quei personaggi del sottosuolo, di cui facilmente ci si innamora ma dietro le loro maschere di dolore sempre sorridenti si nascondeva la “nostra” memoria, raccontata attraverso l’eterna migrazione degli ultimi, dei disperati’. (Morabito)
Il documentario in concorso tratta i fatti a seguito delle legge Merlin del 1958, in cui i protagonisti subirono una vera e propria deportazione sotto il proclama di una nuova riqualificazione.
Diventato in poco tempo il quartiere a luci rosse più importante del Mediterraneo, il documentario ne insegue i fantasmi rimasti: prostitute, trans, ex abitanti che non sembrano nascondersi, quanto più vivere senza molte aspirazioni e rimanendo intrappolati in un passato tetro che gli ha privati della loro stessa libertà.
Ognuno quindi intervistato parla della propria quotidianità e delle mille difficoltà per riuscire a rimanere a galla in una zona deserta.
La parte più interessante è quella in cui uno dei protagonisti ci porta dentro il quartiere spiegando in modo approfondito e senza risparmairsi nulla sull'importanza della prostituzione, sull'equilibrio che si era venuto a creare rispettando certe regole, dell'arrivo dell'aids che ha cambiato il panorama, gli usi e i costumi e di alcuni volti davvero impossibili da descrivere se non guardandoli attraverso le belle immagini che Morabito coglie e fotografa con enorme effetto.
Inoltre il documentario svela la vita di quel quartiere di Catania che oggi sembra cinto d’assedio dall’edilizia popolare.
Ma nonostante questo continua ad assolvere il proprio compito rappresentando una zona franca in cui hanno trovato alloggio prostitute e travestiti, inconsapevoli sovversivi che animano il quartiere e ne conservano il mito. Un tema e delle immagini che sarebbero sicuramente piaciute molto a De Andrè.
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