Titolo: Don Jon
Regia: Joseph Gordon-Levitt
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Nella vita di Jon, detto il Don (per le sue origini italoamericane e per come sia considerato il leader nel campo del rimorchio) ci sono le donne, la chiesa, la famiglia, la palestra e il porno. Donnaiolo impenitente e per filosofia, Jon anche quando fa sesso con una donna non si priva della masturbazione davanti alla pornografia, nemmeno quando a chiederglielo è la prima ragazza a coinvolgerlo davvero, la più attraente che abbia mai visto.
Don Jon è una commedia su come gli uomini e le donne si trattano tra loro, e su come i media che consumiamo possono creare aspettative irrealistiche (Levitt).
L'elemento originale del film è non nascondere l'amara verità.
Il porno ha cambiato le vite di tutti quanti noi diventando un amico fedele e dando la possibilità oggi giorno, tramite smartphone e annessi tecnologici, di come la pornografia sia sempre più attorno a noi e di come sia facile, rispetto a qualche annetto fa, reperirla in qualsiasi sua forma e genere.
Su questa linea Levitt sviluppa quindi un film abbastanza semplice che sprigiona proprio le sue intenzioni fin dall'inizio, diventando dunque un viaggio di redenzione, in cui Don non ha altro che bisogno di trovare una vera donna che gli mostri la verità e non la finzione.
Il fattore meno convincente è quello di mostrare troppe volte, troppe cose già viste come la confessione, gli esercizi fisici con le preghiere e alcune scene d'amore troppo portate alla lunga. Una costruzione molto prevedibile così come l'esito della storia, il finale a lieto fine telefonato e così come i presupposti morali e alcuni dialoghi che sembrano quasi improvvisati.
Se dell'originalità del soggetto che sicuramente permette a Levitt di avere la fama e il successo per poter mettere faccia e talento nel progetto non manca, dall'altro sembra che finito il segreto del suo successo, il film tenta di rimanere a galla senza riuscirci, diventando a tratti purtroppo anche noioso e alle volte quasi fine a se stesso girando attorno alle solite belle facce.
Si scherza sui soliti temi, la famiglia di Don è quanto di più convenzionale si pensi sulle famiglie italo-americane, così come il personaggio di Barbara e quello pseudo-alternativo di Esther non aggiungono molto se non con la fama di due attrici come la bella Johansson e la Moore.
Un film furbetto dunque che non nasconde una triste verità per gli uomini con tanto di analisi niente affatto superficiale, in alcuni punti, ma anzi molto specifica, ma che purtroppo non basta nel suo voler distruggere la classica struttura della love-story e cercando di mandare dei messaggi già captati da qualsiasi maschio che non sia un dipendente del porno.
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