Titolo: Man of Tai Chi
Regia: Keanu Reeves
Anno: 2013
Paese: Cina/Usa
Giudizio: 2/5
A Pechino, il giovane ambizioso “Tiger” Chen Lin-Hu lavora come semplice accompagnatore turistico, ma nel tempo libero è un astro nascente delle arti marziali, facendo la gavetta all’interno del Ling Kong Tai Chi. Tiger ha perfezionato l’antica arte e ha cominciato a farsi un nome nel prestigioso torneo di arti marziali Wulin Wang.
Mettere Keanu "L'Eletto"Reeves ha girare e interpretare un film sul Tai chi in cui insegna "taoismo"pacchiano sembra qualcosa di già visto e che però fa pure sorridere.
Probabilmente folgorato dalle arti marziali orientali e dallo straordinario successo di MATRIX, viaggia ancora su quei binari, pensando ad un sicuro successo commerciale ora che comincia a non essere molto richiesto in patria.
Man of Tai Chi fondamentalmente non è un brutto film. La parte che funziona di più sono proprio i combattimenti che sono davvero parecchi a differenza del vuoto della sceneggiatura che conferma la scarsa propensione ad affidarsi ad una storia credibile. Fight Club clandestini fanno tanto di già visto, Reeves anche attore nella parte del cattivo è qualcosa di già visto anch'esso, perdi più con alcune sequenze quasi comiche, in cui si vede che non è proprio a suo agio nel pieno controllo di tutte le fasi del film.
Sembra il classico film furbetto e semplice in cui il neo(regista)affida la sceneggiatura a Michael G.Cooney e i combattimenti a Yuen Woo Ping (MATRIX,LA TIGRE E IL DRAGONE).
Strizzatine d'occhio alla cultura orientale di cui questo film sembra impregnarsi ma in realtà è solo una copertura per autocelebrarsi un piccolo film sulle arti marziali girato da un attore molto amato in oriente ma che con la cultura e la tradizione di un paese millenario non ci azzecca proprio nulla.
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