Titolo: Cruising
Regia: William Friedkin
Anno: 1980
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Incaricato di travestirsi da omosessuale masochista per individuare uno psicopatico che batte il mondo dei sadomasochisti gay del West Greenwich Village di New York, un poliziotto finirà per domandarsi se sia ancora eterosessuale come all'inizio.
Friedkin è sempre stato un regista alquanto insolito. Capace di saltellarre tra i generi come se fosse una cosa assolutamente normale, è sempre stato attratto da alcune tematiche e alcuni lati nascosti dell'animo umano.
Cruising certo non sarà un thriller psicologico perfetto ma a tanti altri punti che andrebbero ripresi in considerazione come uno sguardo davvero insolito sulla comunità omosessuale e sapendola far indossare ad un Pacino molto attento a delineare un personaggio tutt'altro che facile.
Un film capace di condensare soprattutto nella prima parte a discapito dell'ultimo atto, una suspance emotiva legata a certi taboo dell'epoca mica da ridere come più di una scena dimostra e captandola dallo sguardo sofferto del protagonista. Il locale che diventa una sorta di bolgia infernale con una cosumazione di corpi e una carica emotiva resa davvero bene soprattutto nella scena del ballo sotto sostanze allucinogene.
Sembra quasi che in alcune parti la sceneggiatura o gli intenti del regista siano più indirizzate sulla rappresentazione di questa comunità piuttosto che incidere sul giallo psicologico.
L'omofobia dei poliziotti a danno della serenità degli omosessuali, in alcune scene è davvero messa in scena dando quell'idea che ha caratterizzato la realtà più dura di quegli anni.
La più grande critica è arrivata ovviamente dagli attivisti gay che sostenevano che esso [il film] avrebbe mostrato che quando Pacino riconosceva la sua attrazione verso il mondo omosessuale, sarebbe diventato psicotico e avrebbe iniziato a uccidere (Wikipedia)
Ovviamente Friedkin non dice nulla di tutto questo ma il suo cinema come l'ESORCISTA e BUG solo per fare due esempi a caso, ha saputo mettere a dura prova stomaco e gusti di critica e pubblico.
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