Titolo: Last Winter
Regia: Larry Fessenden
Anno: 2006
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
In una base nel Circolo polare artico è in atto lo scontro tra gli interessi di una compagnia petrolifera e quelli degli ambientalisti. Un uomo viene trovato morto, e un virus pare diffondersi nella base.
Se da un lato il taglio dell’eco-vengeance e della critica ambientalista stanno diventando, per fortuna, importanti vasi da cui anche l’horror attinge trame e sottotrame, dall’altro proprio questa particolarità di genere ha bisogno di essere regolamentata da un ritmo funzionale.
Il caso di Last Winter che ritrova dopo cinque anni d’inattività Fessenden, gioca alcune parti importanti, un buon cast e delle splendide location. Qualche paragone vorrei spenderlo con LA COSA di Carpenter.
Il regista spesso insegna che se da un lato le intenzioni e la storia sono estremamente importanti (soprattutto di questi tempi) anche l’azione e i passaggi fondamentali servono come in un’equazione in cui tutto alla fine deve tornare.
Il limite di Last Winter è proprio questo. Ed è un peccato perché tutto il film è pervaso da un’atmosfera che poteva e meritava di dare quel qualcosa di più. Quando un film di questo genere comincia a essere noioso allora c’è proprio qualcosa che non funziona. Tutto questo abbinamento e i punti deboli del film sfociano poi in un finale che riassume tutti i difetti di una narrazione che non riesce a essere incalzante.
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