Titolo: Resident Evil-Damnation
Regia: Makoto Kamiya
Anno: 2012
Paese: Giappone
Giudizio: 2/5
L’agente americano Leon S. Kennedy si è infiltrato in una
zona dell’est europeo per verificare le voci che parlano dell’utilizzo di
armi bio-organiche in una cruenta guerra civile in atto. Gli ordini però vengono
cambiati repentinamente all’agente viene chiesto di lasciare immediatamente la
zona a causa di un imminente intervento che vedrà gli eserciti di Stati Uniti e
Russia invadere e occupare la zona.
Deciso a scoprire la verità, Leon ignora i nuovi ordini e
decide di proseguire all’interno dei confini della capitale, in cerca di prove
di quello che si rivelerà un complotto che coinvolge la massima autorità
governativa, il presidente della repubblica Svetlana Belikova.
Non sempre i sequel solo all’altezza dei predecessori.
Damnation ne è una prova evidente. Purtroppo costellato da lenti e monotoni
dialoghi circa dettagli burocratici sull’escalation al potere, manca in tutta
la parte centrale di azione che dovrebbe essere il vero motore del
lungometraggio d’animazione basato sul franchise videoludico della nipponica Capcom.
Dalla resistenza, all’azzardo e l’uso improprio delle
armi bio-organiche fino a farne le dovute spese, Leon dovrà cercare di
sgominare un piano politico che sembra folle quanto assolutamente assurdo.
La cosa che non avrei mai pensato era quello di arrivare
verso il finale, quando entrano nel vivo del film i super-cattivoni
governativi, è provare una pena incredibile per i poveri Licker e vederli
morire così uno dopo l’altro mi ha lasciato basito.
In realtà la sorpresa-delusione del film è che gli zombie
non sono presenti o almeno la scelta e la storia è incanalata per cercare di
descrivere qualcos’altro.
Nel finale per sgominare i piani di Svetlana ci pensano
addirittura russi e yankee insieme. Più assurdo di così.
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