Titolo: Magic Mike
Regia: Steven Soderbergh
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Mike è un imprenditore di talento e grande fascino che
insegue il Sogno Americano, ma di notte… diventa la star di uno spettacolo
tutto al maschile: Magic Mike! Si esibisce tutte le sere in un locale gestito
dall’altrettanto affascinante Dallas dove avrà modo trasmettere l’arte del
ballo, del rimorchio e dei soldi facili ai giovani arrivati, tra cui The Kid.
La cosa più interessante dell’ultimo film di Soderbergh è
che prende spunto dalle esperienze del suo protagonista, il richiestissimo
Channing Tatum. L’attore lanciato da Dito Montiel ha ancora molta strada da
fare e seppur con un buon bagaglio di film, deve ancora crescere parecchio
cercando di riuscire ad interpretare ruoli differenti tra loro.
Al di là di questo mi ha ricordato non poco STUDIO 54.
Certo questo è più attuale, il mentore di turno è diverso ma il cammino di
formazione e di redenzione è molto simile.
Giocando molto all’interno del locale con tutte le
scenette e le pose per gli spogliarelli, c’è poco spazio per la drammaticità.
Così come anche per le scelte sofferte del protagonista che dopo aver
risparmiato per tutta la vita perde in un colpo solo tutti i suoi soldi senza
neanche aver commesso lui l’errore.
Si fatica quindi dopo un po’ di tempo a trovare logiche e
realistiche le scelte del personaggio soprattutto se il risultato non sembra
neanche disturbarlo più di tanto.
Se poi pensiamo che in alcuni tratti non si capisce bene
chi tra i due sia il protagonista allora diventa ancora più difficile dare un
senso a ciò che si sta guardando.
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