Titolo: Hell
Regia: Tim Fehlbaum
Anno: 2011
Paese: Germania
Giudizio: 3/5
In un futuro distante solo qualche anno, giusto
quel pochino che presenti come plausibile un surriscaldamento del pianeta di
una decina di gradi, tale da rendere la vita difficoltosa ma non ancora
impossibile, seguiamo l’estenuante viaggio di due sorelle ed i loro compagni di
sventura durante il disperato tentativo di raggiungere le montagne dove,
come in un miraggio, si crede sgorghi ancora acqua sorgiva.
Alla sua opera prima e con evidenti limiti di budget
Fehlbaum sceglie la strada del film apocalittico in particolare una sterzata
che unisce fantascienza e horror. L’idea in sé non è male, anzi parte bene e il
soggetto sul surriscaldamento è interessante.
Anche le location, in parte gli attori e il montaggio
dimostrano una certa capacità nel affrontare un duro e feroce viaggio verso una
specie di terra promessa. Come dei topi tutti i personaggi nascondono qualcosa
e cercando di nascondersi dalla luce. Creano gruppi e ritornano alla spietata
legge del più forte in cui il concetto di normalità perde ogni speranza.
C’è una bambina tra loro, colei che più di tutti si tende
a salvaguardare per poter scommettere in un futuro meno drammatico.
Il titolo che significa luminoso è fondamentale per
assorgere a quelle regole del film che vengono sistematicamente create nel
primo quarto d’ora.
Poi forse la paura, forse i pochi mezzi impiegati, Hell
perde la sua forza e non riesce, pur avendone in parte i mezzi, a regalare quei
colpi di scena che si sarebbero dovuti aspettare per lasciare posto invece ad
una lenta e inesorabile monotonia di fondo.
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