Regia: Norifumi
Suzuki
Anno: 1974
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5
La diciottenne Maya Takigawa, dopo essersi regalata un
ultimo momento di piacere, entra nel convento di St. Kuroashi, non perché
spinta da qualche tipo di vocazione spirituale ma semplicemente per venire a
conoscenza delle circostanze in cui morì sua madre, aspirante direttrice dello
stesso convento, e per sapere chi sia suo padre. All' interno del convento
troverà un mondo con delle sue regole, che se trasgredite porteranno a delle
inevitabili punizioni
E’ strano notare come Suzuki nel suo film abbia citato
tanto il cinema italiano addirittura mostrando la scena iniziale come puro
omaggio al nostro bel cinema dei tempi andati.
Il pinku Eiga non è certo tra i miei sotto-generi
preferiti ma il film di Suzuki è un’eccezione rara che esce fuori dagli schemi
portando alla luce una vicenda piuttosto anomala.
L’interno del monastero è scioccante mostrando
flagellazioni così come tutte le terribili punizioni corporali a cui la nuova
adepta viene sottoposta.
Ancora una volta il potere della religione su come mortificare
il corpo mostra il suo lato peggiore (in particolare il corpo femminile
portatore di peccato) e come sempre la morale assoluta che non accetta nessun compromesso
costituisce uno dei tasselli cardini della denuncia.
A metà tra il Sexyploitation e il Nunsploitation, Suzuki
crea un lavoro estetico niente male alzando il livello sulla qualità del
montaggio, della fotografia e della recitazione.
I rapporti saffici, il sadismo e la blasfemia sono
intriganti quanto il soggetto e la messa in scena che non deve rispettare
nessun target e nessuna ideologia di mercato sperimentando al massimo e osando
laddove sembrava quasi impossibile farlo.
Alcuni momenti sono davvero eclatanti per la denuncia che
si potrebbe fare a priori su cosa consente ai fanatici religiosi di poter fare
senza contare la dignità delle persone. Dall’interrogatorio e le botte con mazzi di rose spinose, il
prete che si porta a letto le sorelle, per arrivare fino alla scena super
blasfema che se ne fotte della censura e il resto e in cui una suora torturata
e immobilizzata viene obbligata ad urinare su un'immagine sacra sono alcuni tra
i passaggi più estremi.
E’interessante notare come tutto questo non sia
fantascienza ma il vanto integralista del Cristianesimo.
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