Titolo: Junk
Regia: Atsushi Muroga
Anno: 2000
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5
Dopo aver messo a segno una rapina in una gioielleria,
quattro ragazzi prendono appuntamento con un mafioso disposto a scambiare il
bottino con del denaro. Il luogo stabilito per l'incontro è una vecchia
fabbrica abbandonata, lontana da occhi indiscreti. Nessuno di loro sa che
quello stesso stabilimento ospita un laboratorio segreto nel quale scienziati
dell'esercito americano hanno condotto scriteriati esperimenti su un gruppo di
cadaveri: proprio mentre i giovani criminali arrivano, uno dei responsabili del
fallimentare progetto sta provando invano a controllare i cadaveri resuscitati
in morti viventi...
Quanto si dice un tripudio di citazioni e di omaggi ad
una sterminata filmografia di genere che annovera alcuni capisaldi del cinema
italiano e alcune perle degli autori indipendenti americani.
Muroga è un appassionato di cinema horror, in particolare
dello splatter e degli zombie-movie.
Junk, la sua opera prima, è un omaggio alla sua passione
legata ai generi e devo dire che nonostante la sceneggiatura niente affatto
originale, riesce proprio grazie alla forma e all’azione a renderlo notevole
nello sviluppo e in alcune trovate originali e interessanti.
Il sangue abbonda ma anche la cattiveria dei rapinatori e
dei malviventi. Il tutto contornato da alcune buone interpretazioni su cui
troneggiano le performance di Kaori Shimamura, che interpreta una rapinatrice,
e della debuttante Miwa. Le analogie poi con il make-up dei film di Fulci,
alcune scene di cannibalismo (bellissima la scena in cui Kaori mastica un pezzo
di carne umana), location e vestiti che sembrano rubati alle IENE (notare che
quasi tutto il film è girato all’interno di un magazzino e gli abiti eleganti
dei protagonisti sono da entrambe le parti rimandi costanti ad un certo
cinema).
Se poi ci mettiamo il coraggio, la classe, il senso per
il bizzarro e alcune trashate da manuale, il risultato è sicuramente
interessante.
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