mercoledì 20 giugno 2012

Wicker Man


Titolo: Wicker Man
Regia: Robin Hardy
Anno: 1973
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 5/5

Neil Howie, sergente di polizia inglese, viene chiamato ad investigare sulla sparizione di Rowan Morrison, una ragazza che vive sull'isola di Summerisle, in Scozia. Giunto sul posto, Howie si rende ben presto conto che gli abitanti dell'isola, governati da Lord Summerisle, sono alquanto bizzarri e fanno di tutto per ostacolare le indagini.

L’uomo di paglia è uno dei cult più importanti della storia del cinema. Film di rara genialità, è una delle uniche pellicole che ha saputo conciliare il musical con l’oniricità totale di cui il film è permeato in ogni singola scena.
Il film è uno di quei capisaldi, anche se ancora parecchio sconosciuto, che come per pellicole come PICNIC AD HANGING ROCK ha saputo adattare completamente l’atmosfera al soggetto, arrivando ad un risultato forse insperato ma straordinario.
Probabilmente in stato di grazia, Hardy che poi ha diretto soltanto un altro filmetto insulso, si è ritagliato la formula di regista dannato dal momento che il film volente o no, ha intrapreso un importantissimo discorso sullo scontro tra il paganesimo e in questo caso la fede cristiana (religione che come ribadisce sempre Howie è quella che tutti gli inglesi seguono  e che mette dunque i suoi evangelizzatori come “pescatori di uomini in terra straniera”)
Definito da Christopher Lee come il miglior film in cui ha preso parte (e non è cosa da poco per un attore che al suo attivo ha quasi 150 film) è il perfetto sodalizio di generis e trovate che hanno saputo essere passaggi precursori di svariate pellicole. Come tale dunque non c’è da stupirsi che si sia ritagliato un’aura di film maledetto destinato a dei tagli di pellicola come se fosse una sorta di monito in grado di trasformare le coscienze dei credenti.
Il negativo è sparito mentre il dvd integrale sembra possederlo solo il buon Corman.
A livello sociologico e non solo, il film permette un ottima possibilità di adattare il metodo comparativo di Tocqueville sulle diversità dei culti e la grandezza concettuale con cui viene sviluppato.
Se contiamo le scene, non è facile adattarle con lo spirito di quei tempi, rituali e sacrifici vengono messi in scena con una capacità consapevole di trascinare lo spettatore in un continuo vortice che troverà nel climax finale la perfetta congiuntura.
Attori in stato di grazia citando almeno Woodward, Lee, la bellissima Ekland e gli abitanti dell’isola .
E’stato recentemente fatto un remake che come dimostrazione della logica commerciale del mercato non ha saputo nemmeno di striscio portare a casa una scena decente

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