domenica 24 giugno 2012

Men in Black 3


Titolo: Men in Black 3
Regia: Barry Sonnenfeld
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

In Men in Black 3, gli agenti J e K sono tornati indietro nel tempo. Nel corso dei suoi 15 anni fra i Men in Black, J ha visto delle cose inimmaginabili, ma nulla, nemmeno gli alieni, è riuscito a sorprenderlo tanto quanto il suo enigmatico e reticente partner. Ma quando la vita di K e il destino del pianeta sono messi a rischio, l'agente J dovrà tornare indietro nel tempo per sistemare le cose. J scoprirà che ci sono segreti nell’universo che K non gli ha mai rivelato - segreti che verranno alla luce nel momento in cui si unirà in squadra con un giovane agente K per salvare il suo partner, l'agenzia e il futuro dell'umanità.

Il terzo capitolo delle avventure dei due agenti in un universo costipato di alieni per certi versi grotteschi, prende vita per palesi bisogni commerciali e Sonnenfield, forse intuendo che la saga comincia a stare stretta in termini di innovazione, tenta la carta più semplice ovvero puntare tutto sul viaggio nel tempo.
Il film non ha caso sembra proprio chiudere una serie lunga, lenta in alcuni passaggi, e che della sua innovatività ha presto preso la strada della prevedibilità e della convenzionalità.
Sì perché il connubio di generi tra action, commedy e fantascienza ci poteva stare contando il lusso che la produzione aveva messo a disposizione per il film e infatti il primo era godibile e in alcune parti originale (il neuralizzatore su tutto)
Il tentativo però in questo ultimo “sequel-prequel” poteva dare davvero di più senza apparire così tristemente scontato e magari spendendo qual cosina di più sulla vita di K.
Il film è profetico in una battuta di un personaggio che diventa indispensabile per i due agenti del passato.
Il tipo a un certo punto guarda J negli occhi e gli dice che per salvare la vita del compagno dovrà sacrificare la sua, ma noi sappiamo benissimo che il lieto fine non permette questa anomalia, quindi è tutto presto detto su cosa ci si può aspettare dal momento che il politically correct non avrebbe permesso questa variante e il risultato e solo un divertente intrattenimento che mette a riposare il cervello.
Eppure per quanto ne so io, la fantascienza dovrebbe sfuggire un minimo da questo stereotipo.
Peccato perché Boris l’animale non era affatto male…

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