Titolo: Dying Breed
Regia: Jody Dwyer
Anno: 2008
Paese: Australia
Giudizio: 3/5
Giudizio: 3/5
L'assassino Alexander Pearce sfugge dalla prigione di massima sicurezza dell'Impero Britannico nel cuore della Tasmania insieme ad altri sette prigionieri. Soltanto lui riemerge dalla foresta, con addosso branelli di carne umana.
Gli horror australiani da qualche anno come in altri paesi non proprio dediti all’horror hanno saputo dire la loro. Dying Breed non fa eccezioni, è astuto nel tessere una storia che prende due icone della società e non, come la tigre Tasmaniana e appunto il cannibale che per anni si è cibato con i brandelli di carne di sette detenuti(sembra per altro essere tutto vero).
Dwyer procede con calma, semina elementi interessanti, caratterizza bene i personaggi in particolar modo la zoologa Nina che vuole a tutti i costi la spedizione e la ricerca per capire che fine ha fatto la sorella(indovinate che fine potrà aver fatto?), e poi raccoglie suspance a valangate in tutta la seconda parte con squarci di territorio fantastici come solo l’Australia e altri pochi paesi sanno regalare soprattutto in tema di meraviglie paesaggistiche e la natura selvaggia ostacolo perenne per i protagonisti di questi film.
La scelta poi di portare tutto sulla fantastica cittadina di Sarah, popolata da un connubio tra bifolchi e cannibali è la ciliegina sulla torta.
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