lunedì 22 agosto 2011

Baby Blood


Titolo: Baby Blood
Regia: Alain Robak
Anno: 1990
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Il proprietario di un circo, crudele e violento, picchia e maltratta ogni giorno Yanka, la giovane moglie incinta. Un giorno al circo arriva un leopardo recentemente catturato in Africa, che presto però muore. Tuttavia, una misteriosa creatura fuoriesce dal corpo dell’animale ed entra in quello della donna, sostituendosi al suo feto. La creatura, affamata e maligna, comincia a chiedere di essere nutrita col sangue: Yanka deve provvedere in un qualche modo ai bisogni del suo bambino…

A prima vista il film di Robak potrebbe quasi sembrare una contaminazione dei tre film horror più giovani di Cronemberg(BROOD,RABID e IL DEMONE SOTTO LA PELLE), i quali sicuramente hanno influenzato non di poco la regia e gli intenti di questa interessantissima pellicola. Altri omaggi arrivano dal bellissimo BABY KILLER e BASKET CASE.
Un film di serie B con i fiocchi contando gli effetti artigianali elevati, l’alto tasso di gore e scene splatter(sangue ovunque, esagerando anche dove a prima vista non servirebbe) amputazioni e quant’altro portano la pellicola ad essere uno dei pochi risultati splatter francesi degli anni ’80 davvero sorprendenti.
Robak aveva già diretto il divertente ADRENALINE nel ’90 in cui nei vari episodi era presente comunque una elevata quantità di humor nero e scene grottesche che sono, se vogliamo, l’emblema di questa pellicola che non da mai respiro e segue spietatamente le azioni della protagonista(una bravissima Emanuelle Escorrou che ha interpretato poi anche il secondo capitolo, BABY BLOOD 2, notizia che compare in una scena all’uscita di un cinema in cui nel poster dietro la protagonista si vede il cartello che anticiperà l’altro film anche se con una storia diversa.
Interessante vedere gli effetti creati del compianto Benoit Lestang, asso francese morto suicida a 42 anni, che ha collaborato poi anche con Laugier per il capolavoro degli ultimi anni che è MARTYRS.
Fantastica la struttura che Robak porta avanti per cui Yanka all’inizio non accetta la creatura dentro di sé, poi con il tempo comincia uno strano rapporto con un finale che dimostra tutto il pessimismo del regista e su cui per fortuna si è astenuto dal dare connotazioni morali ed etiche a lieto fine anche se rimane ben presente la critica al maschilismo imperante con una scena finale memorabile.



bambino...

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