Titolo: Prison
Regia: John Frankenheimer
Anno: 1994
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Giudizio: 4/5
Una prigione dura, ad altissimo tasso di violenza dove i detenuti vengono stipati, ingabbiati come bestie e ridotti a vivere in uno stato di miseria e di abbandono. La rabbia e la repressione con il passare del tempo si trasformano in odio e violenza. Ora i detenuti sono pronti a far valere le proprie leggi e fanno esplodere una sommossa brutale, sanguinaria che travolge chiunque si trovi sulla loro strada...
Un bel dramma ispirato da una storia vera, ovvero le cronache della rivolta scoppiata nel supercarcere di Attica nel settembre del 1971,e di cui solo pochi anni fa si sono conclusi processi per stabilire resposabilita'e risarcimenti.
L'ambiente del carcere è stato spesso sfruttato nel cinema e capita in esempi recenti CELLA 211 che ne esca fuori un quadro esaustivo e una critica sui diritti dei prigionieri e delle condizioni di vita all'interno.
Sperando che rimangano sempre e il più possibile distanti dai cerchi infernali danteschi come i C.p.t di cui si preferisce non parlare mai, il film di Frankenheimer fa riflettere molto sui diritti e i doveri dei prigionieri e delle guardie.
Responsabilità ancorate chissadove sfociano in una rabbia quasi primordiale. Emerge tutta la rabbia di uomini abbandonati a loro stessi e costretti per forza di cose non avendo uno stato che scommette su di loro a imbrigliarsi in piccoli gruppi di appartenenza(quasi sempre legato al colore della pelle).
Cosa può dunque fare il beniamino di David Lynch che non sa da che parte stare come Juan che anche se vive da subito la catarsi, solo che lui se all'inizio si fa prendere la mano poi scopre quell'universo che forse non è così distante dal loro.
Il film si avvale di una sempre ottima e sobria regia, un cast nutrito e ben contaminato e alcune scene davvero impressionanti contando che il livello della violenza non si risparmia mai.
Vedere poi guardie e ladri sguazzare tutti nello stesso fango èuna scena che la dice lunga.
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