Titolo: Grinta
Regia: Ethan Coen, Joel Coen
Anno: 2010
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Giudizio: 3/5
Il padre della quattordicenne Mattie Ross, Frank, è stato ucciso da Tom Chaney, uno dei suoi lavoratori per un cavallo, 150 dollari in contanti, e due pezzi d'oro della California. Mattie si dirige verso Fort Smith per cercare giustizia. Lì assume Reuben 'Rooster' Cogburn, un US Marshal ma anche forte bevitore, per aiutarla a rintracciare Chaney. Nel frattempo, un ranger del Texas di nome La Boeuf sta seguendo anche lui l'assassino, e si unisce a Ross e a Cogburn, creando un improbabile trio sulle tracce di Chaney.
Negli ultimi anni i western degni di nota sono stati davvero pochi.
Probabilmente il genere non risulta essere interessante e "alla moda" come capitava una quarantina di anni fa.
Poi c'è stata qualche perla interessante come THE GOOD THE BAD AND THE WEIRD,CACCIA SPIETATA,SUKIYAKI WESTERN DJANGO,BLUEBERRY e in minor misura APPALOOSA e QUEL TRENO PER YUMA.
Poi arrivano i fratelli Coen che di esperienza ne hanno da vendere e sono tra i pochi outsider di quest'ultima generazione.
Mentre NON E UN PAESE PER VECCHI aveva spopolato vincendo premi a destra e a manca pur non essendo commerciale come tutto il cinema dei registi, eccoli cimentarsi con un genere non facile soprattutto dal momento che di sparatorie c'è ne sono davvero poche ma che in fondo riescono a renderlo originale e con la loro classica e impietosa impronta conotarlo una storia particolare(soprattutto nel secondo tempo)costituita dai classici anti-eroi e una narrazione che non cade mai nel banale e nel prevedibile.
Partendo dal presupposto di raccontare il libro e non omaggiare il film i due fratelli, anche sceneggiatori, adattano il soggetto di Charles Portis con dei dialoghi efficacissimi e un duro lavoro sul linguaggio tale per cui vederlo in italiano equivarrebbe ad una totale castrazione.
Non deve essere facile lasciare quasi tutto in mano ad una ragazzina con le "palle" costretta a lottare contro l'ignoranza degli adulti che proprio non riescono ad accettare una quattordicenne che sa cosa vuole in quei tempi con un carattere quando mai determinato che sembra essere proprio l'antitesi per alcuni aspetti con lo stile di Cogburn.
E a questo punto signori bisogna aprire una parentesi grossa come una casa per definire la performance di Jeff Bridges che sembra essersi calato fin troppo bene nella parte con un accento biascicante e consumato dall'alcool.
I Coen sanno fare bene una cosa e spero che continueranno a farlo nei secoli dei secoli ovvero spiazzare i fan e gli amanti dei generis che spesso speranodi trovare qualcosa di eccessivamente colorato ma sia quest'ultimo film che ad esempio l'ottimo A SERIOUS MAN dimostrano non patteggiano sulla loro arte e la voglia prorompente di continuare a non saper scegliere i buoni e i cattivi sembra essere una costante assolutamente al passo coi tempi.
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