martedì 22 marzo 2011

Storie di ordinaria follia

Titolo: Storie di ordinaria follia
Regia: Marco Ferreri
Anno: 1981
Paese: Italia-Francia
Giudizio: 4/5

Le avventure tra sesso e alcool di un poeta underground.
Charles Serking(B.Gazzara) ricerca le situazioni più strane e disperate. Segue una ninfomane, la quale, dopo aver fatto sesso assieme a lui lo fa portare via dalla polizia.
Charles ricerca la maternità persa in una donna robusta che abita nello stesso quartiere della ninfomane. Cerca di infilarle la testa tra le gambe, ma si accorge che non è possibile.
L’uomo si mette a nudo su un palco criticando la società e il modo di scrivere contemporaneo.
Infine trova la sua anima gemella in una prostituta Cass(Muti), sadomasochista, che contempla per bellezza e ambiguità.

Sceneggiato dal regista con Sergio Amidi, il film non riesco a capacitarmi di come non sia assolutamente piaciuto a Bukowski. Immagino l’incontro tra i due e credo che questo sia il pieno raggiungimento dell’obbiettivo del regista.
Effettivamente manca completamente d’umorismo e lo stile è forse troppo elegante e formale, ciononostante ciò che fuoriesce è uno spaccato sulla miseria, sofferenza, disperazione e autocritica di un uomo che non accetta la società cercando di estraniarsi il più possibile con l’alcool, che non può scendere a patti poiché sicuro di non rispettarli.
Un eroe pessimista e anticonformista per eccellenza.
Maledetto ma tenero.
Un romanticismo sicuramente malato e distorto. Un uomo debole che conosce i suoi difetti e riesce ad amare una bambina di 14 anni, toccandone continuamente i seni.
La bravura di Ben Gazzarra è eccezionale. Una perfetta e “lucida” identificazione con il personaggio. Forse la pecca è che Ben al tempo era molto affascinante e questo devia un po’ dal personaggio di Bukowski.
Le scene della Muti sono estreme e di forte impatto e hanno anticipato, come trovate, moltissimi film sul tema dell’erotismo.
Immagino che le tematiche che emergono da questo film siano state al tempo motivo di discussione tra i critici.
Le scenografie perfette e a volte asettiche sono di Dante Ferretti.



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