lunedì 21 marzo 2011

King

Titolo: King
Regia: James Marsch
Anno: 2005
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Elvis Sandow è un militare ventunenne. Uscito dalla Marina, decide di andare a cercare il padre che non ha mai conosciuto. Scopre ben presto che è David, il pastore di una chiesa Battista nel Texas. Ma l'uomo che si trova davanti non è disposto ad ascoltare la verità di Elvis, ad ammettere di essere suo padre e a guardarlo negli occhi. Ora ha un'altra famiglia: una moglie bellissima, Twyla e due bambini perfetti, Malerie e Paul. Elvis ricorda all'uomo il passato che ha tentato di seppellire...

La chiesa battista è uno dei temi che Lansdale ci tiene a denigrare ogni volta… e dopo aver visto questo film non si può che dargli ragione.
James Marsch è regista americano contemporaneo che dopo aver realizzato qualche film per la tv, introvabile il suo primo WINSCONSIN DEATH TRIP sforna questo thriller ambizioso che riempie un calderone di temi sfruttatissimi nel cinema analizzati solo in parte e sondati soprattutto grazie all’interpretazione nervosa e tenebrosa di Gael Garcia Bernal.
Si scontrano due generazioni e due fronti: uno militarista e l’altro religioso. Rapporto padre/Figlio con il primo che non accetta l’arrivo del secondo e quindi un’indagine sul passato che torna. La sceneggiatura inizia bene, ma rimane parzialmente limitata, quando esce fuori l’istinto primordiale di Elvis(che bel nome…)che quando scopre di non poter neanche amare la sorellastra decide di agire…
Drammatico sotto tutti quanti i versi da cui lo si voglia prendere, the King rimane comunque un lavoro interessante che deve anche molto a William Hurt nei panni del pastore, chissà come mai in America molti ex cazzonari diventano pastori…
Un quadro impietoso che si aggiunge a tutti quei film anti-americani solo che qui non è così ambizioso, ma comunque testimonia un'altra spiacevole realtà del paese dei balocchi.

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