Titolo: Siero delle vanità
Regia: Alex Infascelli
Anno: 2004
Paese: Italia
Giudizio: 2/5
Giudizio: 2/5
Alex Infascelli alla sua seconda opera perde parte di quella genuinità che invece aveva ALMOST BLUE, un thriller interessante con tanti omaggi e delle altalenanti interpretazioni.
Qui il regista si perde con un cast di tutto rispetto senza purtroppo riuscire a sfruttare il soggetto di Ammaniti. Si parte dalla sequenza iniziale, citazione del suo primo film con il killer di Almost che tiene in scacco un ostaggio per poi morire malamente.
Da qui il film è una frecciata contro la televisione, le trasmissioni italiane così povere di contenuto e visivamente squallide, contro il potere dei media e del successo che succhia le energie di una povera cocainomane ex miss Italia(Barbara Bobulova). Purtoppo il film diventa macchiettistico, il plainting and pay off non funziona per nulla e alcuni dialoghi appaiono scialbi e (ri)triti di luoghi comuni.
L’antagonista è un improvvisato mago che dichiara esser nipote di Houdini, il quale si cimenta a provare un numero di magia in diretta, rischia di morire e quindi per vendicarsi decide di tornare rapendo uno ad uno i membri della trasmissione.
Il film omaggia i nostri cari thriller in particolare i primi di Argento senza aver assolutamente la grinta e la forza visiva seguendo tutti gli archetipi del genere ma senza svilupparli con attenzione.
Finale scontatissimo, poche sorprese e a tratti intenzioni debolucce nonchè ripetizioni con i personaggi che sembrano spaesati.
Nel complesso comunque un film guardabile ma nulla più per un regista che sembra aver esaurito le sue poche carte con l’opera prima.
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