Titolo: Doom Generation
Regia: Gregg Araki
Anno: 1995
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Giudizio: 4/5
Una coppia di ventenni balordi aiuta un coetaneo, più sciroccato di loro, che li coinvolge in azioni violente e in un triangolo amoroso che trasuda di sesso, droga, punk-rock e televisione.
Uno dei film che al tempo più mi scandalizzò soprattutto per la scena finale in cui con un paio di forbici viene mozzato l’uccello di uno dei tre protagonisti.
Questo film è sempre stato un manifesto. Io ho trovato per alcuni aspetti molto più pulp questo che i film di Tarantino. Hanno sempre scritto le peggio cose e gettato merda sui film di Araki che certo non sono tutti belli, SPLENDOR è poco più che una commedia e l’ultimo film uscito a Cannes dopo il capolavoro MYSTERIOUS SKIN non è stato accolto bene.
Tuttavia Araki in questo film contamina completamente la pellicola con riferimenti strampalati, citazioni, scene volutamente splatter, humor e tanto sesso e un cinismo oltre che voyeurismo che accompagnano tutto il film.
Il cast è formato da giovani in cui spicca l’attore feticcio di Araki, James Duval che come altri deve solo ringraziare che il regista si è invaghito di lui, l’ex di Manson Rose McGowan lanciata proprio con questo film per poi essere la prima vittima in GRINDHOUSE e Johnathon Schaec che dopo si è perso facendo cacate innominabili.
Uno dei pregi di questo regista è quello di saper creare un’atmosfera in cui gli attori sono liberi di dare il meglio di loro stessi senza sbavature.
Un film sull’eccesso con un ritmo sfrenato, sul bisogno del consumo da parte dei giovani.
Al tempo credo quindi dieci anni fa quando lo vidi per la prima volta in tv ero rimasto scandalizzato perché tutta la scena finale era stata censurata da rete porca quattro, cioè era stato oscurato tutto il secondo tempo. La cosa deprimente era che si sentiva l’audio me non si vedevano le immagini dello stupro della ragazza da parte dei nazi(…quella madonnina dove è finita…). Finalmente lo trovai giorni dopo perché la mia ricerca era frenetica indovinate un po’ dove…da Blockbuster.
Intramontabile come i classici e frenetico come il cinema low-budget sa essere quando al timone c’è un bravo regista.
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