Titolo: Calvaire
Regia: Fabrice Du Welz
Anno: 2004
Paese: Belgio, Francia, Lussemburgo
Giudizio: 4/5
Giudizio: 4/5
Come girare un bel film con pochi mezzi? Come rendere efficace una trama che sembra essere stata saccheggiata in tutti i modi forte e robusta? Calvaire è un esempio davvero interessante.Girato in Francia, questo film di cui non sapevo niente ma che nel trailer mi aveva attirato per via di una certa atmosfera angosciante, non ha deluso le aspettative.
Il belga Du Welz, dopo alcuni cortometraggi, esordisce così alla regia di un lungometraggio, dimostrando capacità e talento non comuni.
La storia è quella di un cantante di serie b di quelli che devono agguantare ogni proposta per campare e che si portano in giro il camion a modi camper con la scritta che inneggia per stimolare clienti; quest'uomo finito uno spettacolo davanti a molte e carine vecchiete deve mettersi in moto per raggiungere una località a sud per una festa di Natale.
L'archetipo piu' usato del mondo e che l'uomo si perde e finisce in mezzo ai boschi. Non è così normale trovarsi in mezzo ad un agghiacciante scenario in cui mancano donne e mancano i rapporti che hanno ammorbato tutti gli uomini abbruttendoli e rendendoli delle bestie….Marc non sa quello che gli aspetta a metà tra una piccola puttana contesa tra proci e una storia di sopravvivenza e disperazione ottimamente narrati. Iniziamo dagli attori, che è difficilissimo per un film low-budget permettrsi attori credibili che non scadano nel ridicolo come in questo film poteva succedere.Qui gli attori sono stati tutti convincenti.Il protagonista sembra un sosia di sick boy ma a parte i lineamenti da bravo ragazzio riesce subito a mostrare un lato vulnerabile e massacrato nella psiche, dopo essere diventato vittima di tutto quello che gli sta attorno. Poche scene di violenza fisica e molte di queste non mostrate per risparmiare ancora sul budget. Musiche che si sposano bene con la causa del film, costumi tra il decente e tra il tanto non mi aspettavo niente di diverso, per un giudizio finale positivo che riesce a tenerti comunque attento e a seguire gli sviluppi con un bel finale aperto che a molti potrebbe sembrare come un lieto fine....diverse le scene indimenticabili
La storia è quella di un cantante di serie b di quelli che devono agguantare ogni proposta per campare e che si portano in giro il camion a modi camper con la scritta che inneggia per stimolare clienti; quest'uomo finito uno spettacolo davanti a molte e carine vecchiete deve mettersi in moto per raggiungere una località a sud per una festa di Natale.
L'archetipo piu' usato del mondo e che l'uomo si perde e finisce in mezzo ai boschi. Non è così normale trovarsi in mezzo ad un agghiacciante scenario in cui mancano donne e mancano i rapporti che hanno ammorbato tutti gli uomini abbruttendoli e rendendoli delle bestie….Marc non sa quello che gli aspetta a metà tra una piccola puttana contesa tra proci e una storia di sopravvivenza e disperazione ottimamente narrati. Iniziamo dagli attori, che è difficilissimo per un film low-budget permettrsi attori credibili che non scadano nel ridicolo come in questo film poteva succedere.Qui gli attori sono stati tutti convincenti.Il protagonista sembra un sosia di sick boy ma a parte i lineamenti da bravo ragazzio riesce subito a mostrare un lato vulnerabile e massacrato nella psiche, dopo essere diventato vittima di tutto quello che gli sta attorno. Poche scene di violenza fisica e molte di queste non mostrate per risparmiare ancora sul budget. Musiche che si sposano bene con la causa del film, costumi tra il decente e tra il tanto non mi aspettavo niente di diverso, per un giudizio finale positivo che riesce a tenerti comunque attento e a seguire gli sviluppi con un bel finale aperto che a molti potrebbe sembrare come un lieto fine....diverse le scene indimenticabili
Presentato in anteprima nazionale alla quarta edizione del Ravenna Nightmare Festival e poi in concorso alla 43ma “Semine international de la critique”,Cannes ‘04
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