Titolo: Avatar
Regia: James Cameron
Anno: 2009
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Giudizio: 3/5
Entriamo in questo mondo alieno attraverso gli occhi di Jake Sully, un ex Marine costretto a vivere sulla sedia a rotelle. Nonostante il suo corpo martoriato, Jake nel profondo è ancora un combattente. E' stato reclutato per viaggiare anni luce sino all'avamposto umano su Pandora, dove alcune società stanno estraendo un raro minerale che è la chiave per risolvere la crisi energetica sulla Terra. Poiché l'atmosfera di Pandora è tossica, è stato creato il Programma Avatar, in cui i "piloti" umani collegano le loro coscienze ad un avatar, un corpo organico controllato a distanza che può sopravvivere nell'atmosfera letale. Questi avatar sono degli ibridi geneticamente sviluppati dal DNA umano unito al DNA dei nativi di Pandora... i Na’vi. Rinato nel suo corpo di Avatar, Jake può camminare nuovamente. Gli viene affidata la missione di infiltrarsi tra i Na'vi che sono diventati l'ostacolo maggiore per l'estrazione del prezioso minerale. Ma una bellissima donna Na'vi, Neytiri, salva la vita a Jake, e questo cambia tutto.
Due opinioni sul film più famoso soprattutto al botteghino dell'intero 2009 e uno degli incassi maggiori di tutta la storia del cinema. Cameron si sa è uno che non ha le mezze misure e punta su spettacolarizzazioni molto interessanti al passo con le moderne tecniche digitali e ha realizzato tra i film più costosi della storia del cinema. Interessato all'esplorazione di nuovi mondi ABYSS anche in campo produttivo su zone inesplorate come SANCTUM ha sempre improntato il suo cinema su stereotipi narrativi che avevano comunque in comune l'azione come lo dimostra la fantascienza TERMINATOR 1 e 2 e ALIEN 2 e punti di partenza più da commediacome TRUE LIES.
Il film è uscito in 3d e forse è uno dei pochi casi in cui questa tecnica viene valorizzata al meglio dal momento che oramai quasi tutto esce con questa tecnica ma solo per fini economici dal momento che la maggior parte dei film non esige tale impiego.
Dunque fare qualcosa di enorme e "grandioso" destinato a tutti è stato il successo e l'obbiettivo del film per cui in molti sostengono che sia addirittura il film più bello che abbiano visto.
Alieni non così diversi dagli umani, emozioni a raffica, combattimenti spettacolari e naturalmente la critica all'autoritarismo e al regime militare fanno sì che Avatar riesca bene a sviluppare con tutti i pregi e i limiti del caso una storia fantastica ma che mantiene delle radici salde anche nella realtà apparendo più realistico del previsto.
Eppure se lo si giudica solo in base a questi fattori Avatar potrebbe rimanere uno dei tanti che nel universo delle produzioni mastodontiche ha dato un suo contributo.
Cameron si era interessato al progetto già nel '96 ma poi dovette accantonarlo e passare a TITANIC
L'autore dice inoltre di essersi ispirato alla saga letteraria fantascientifica John Carter di Marte scritta da Edgar Rice Burroughs, e di come avrebbe voluto aggiornarla in chiave futuristica cercando di rappresentare il guerriero che affronta un ambiente alieno sfidando la paura della diversità.
L'altra opinione è basata circa un articolo di tre pagine sull'Internazionale in cui la metafora è quella relativa a tutte le popolazioni dei nativi americani che nei loro 80 milioni di morti hanno rappresentato il più grande genocidio di tutti i tempi e sicuramente alcuni elementi comuni si possono identificare nella pellicola e nel suo svolgimento con alcuni passaggi nodali per tentare un'ipotetico parallelo. Gli Omaticaya, la tribù Na'vi così come il linguaggio e le cerimonie riportano a lle antiche popolazioni e se dunque si legge anche in questo modo allora Avatar riesce ad andare lievemente oltre la sua mediocrità. La differenza con la realtà e che mentre gli indiani come i Na'vi morivano a migliaia non riuscendo a bilanciare la potenza di fuoco avversaria nel film si intomette madre natura che sconfigge il nemico riportando un apparente lieto fine.
Ma d'altronde Avatar è un film.
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