Titolo: Barbarella
Regia: Robert Vadim
Anno: 1967
Paese: Francia
Giudizio: 5/5
Nell’anno 40.000 d.C., in un’epoca
di amore universale senza più bisogno di guerre e armi, la terrestre
Barbarella è convocata per scoprire che fine ha fatto lo scienziato
Durand Durand, inventore del raggio positronico. È l’inizio di una
serie d’avventure interplanetarie all’insegna del piacere.
Non c'è un perché razionale quando ci
si innamora.
Barbarella è un cult assoluto. Un film
multiforme. Exploitation, weird, trash (alle volte), grottesco. Un
immenso film di genere che mette nel calderone scifi e azione,
avventura e scenari favolosi.
L'idea nasce da un fumetto del 1962 di
Jean-Claude Forest che di fatto lanciava una sexy eroina del futuro,
troppo bella, leggermente ingenua e sempre pronta a spogliarsi.
Una icona alternativa figlia di una
cultura anni Sessanta, nascendo da un contesto amniotico come la
nuova donna liberata, sfidando il buon costume e la censura di quegli
anni che preferivano il sesso "vecchia scuola" allo
"psicosessogramma" che in un qualche modo anticipa
"l'orgasmatic" di Allen sostituendo la pratica sessuale.
Un film voluto da De Laurentis
(probabilmente già sapendo che sarebbe divenuto un flop) che in quel
periodo approdava a sfide e produzioni straniere con il risultato di
sfondare, questo è il caso, fantasie e contaminazioni, coniugando
erotismo e fantascienza con una marcata vena autoironica.
La colonna sonora, la fotografia, la
scenografia e il montaggio. Tutto fila liscio e psichedelico come un
omaggio alla cultura dei figli dei fiori, l'uomo nella sue essenza
che viene fumato e assaggiato attraverso un enorme narghilè, per
arrivare alle bambole che mordono per davvero e gli angeli che non
possono vedere e per finire scienziati, barbari e regine nere.
L'obbiettivo della protagonista, del
film e dei suoi intenti è quello di ristabilire la pace facendo
finire le guerre e abbandonandosi alle fantasie. In tutto questo
nonostante la sua indole libertina, Barbarella è curiosa, pulita e
mai morbosa diventando un'icona proprio per la libertà nel fare le
scelte che più la appagano e con chi ne abbia voglia, senza mai
morbosità.
In origine il personaggio di Barbarella
doveva essere interpretato da Virna Lisi, che però decise di
abbandonare l’offerta e di tornare in Italia. Il ruolo poi venne
proposto a Brigitte Bardot (che aveva ispirato il personaggio
originale del fumetto), la quale però rifiutò perché stanca di
ruoli sexy, quindi a Sophia Loren che, allora incinta, rifiutò a sua
volta ritenendosi non adatta al ruolo.
Infine venne proposta a una giovane
Jane Fonda, tentata inizialmente di rifiutare; cambiò idea quando il
marito, Roger Vadim, le sottolineò quali possibilità si stavano
aprendo con il cinema di fantascienza.
Le citazioni o gli elementi che
verranno ripresi dal cinema grazie a questo film sono troppi ci
infilerei quasi tutti i nomi della nuova Hollywood.