Titolo: Studio 54
Regia: Matt Tyrnauer
Anno: 2018
Paese: Usa
Festival: Seeyousound
Giudizio: 4/5
Il documentario diretto dal regista
Matt Tyrnauer racconta l'ascesa e la caduta del famoso club Studio
54, che, alla fine degli anni '70, divenne il locale più famoso
della città, segnando una intera generazione. Esso poggia le basi
sui ricordi di uno dei due fondatori, oramai anziano.
All’epicentro della New York disco
seventies, simbolo di una generazione sempre più alla ricerca di
qualcosa di nuovo e travolgente, nasce lo Studio 54, nella Midtown di
Manhattan.
Un luogo simbolo, una di quelle realtà
che chi è amante del ballo e della disco, avrà certamente sentito
nominare almeno una volta.
La Mecca della musica, lo zenit dello
sballo, dove tutto era lecito e possibile.
Un luogo divino, un rituale da svolgere
più volte possibile, dove instaurare relazioni, lasciarsi andare,
abbattere qualsiasi tipo di frontiera mortale e razziale.
Lo Studio 54 è stata semplicemente la
più famosa discoteca al mondo, un modello di entertainment studiato
nei minimi dettagli per creare un unicum che diventasse il punto di
riferimento mondiale per la musica, per l'eleganza e per tutto ciò
che è fashion. Studio 54 è diventato presto un'icona in grado di
segnare un'intera generazione di target differenti dove quando si
ballava semplicemente si abbandonava tutto per lasciare spazio al
corpo e all'atmosfera.
Il documentario è folle e scatenato,
lasciando lo spettatore in balia di volersi alzare e mettersi a
ballare, con uno stile molto americano che racconta la nascita e le
difficoltà dei due rampolli ebrei per la loro scalata al successo.
Una storia, la loro, correlata di soddisfazioni, scandali, arresti,
polemiche, novità sotto ogni punto di vista.
In poco più di un'ora e mezza viene
raccontato quasi tutto dagli interni, le code all'esterno, la
rigorosa selezione agli ingressi, le grandi star, la musica favolosa,
la droga, con un finale in crescendo che accompagna lo spettatore
fino al doloroso percorso giudiziario che ha portato poi alla
chiusura per problemi fiscali e la morte per aids di uno dei due
fondatori.